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Teatro Massimo Bellini le stagioni di Vivaldi e Piazzolla

Vivaldi e Piazzolla: un ponte musicale di due secoli e mezzo unisce idealmente quel celeberrimo capolavoro del Prete rosso che sono “Le quattro stagioni”, pubblicate nel 1725, a “Las cuatro Estaciones porteñas”, una particolare raccolta di tanghi

Vivaldi e Piazzolla: un ponte musicale di due secoli e mezzo unisce idealmente quel celeberrimo capolavoro del Prete rosso che sono “Le quattro stagioni”, pubblicate nel 1725, a “Las cuatro Estaciones porteñas”, una particolare raccolta di tanghi composti dall’argentino tra il 1964 e il 1970 per il suo piccolo ensemble di violino, pianoforte, chitarra elettrica, basso e bandoneón. L’idea postuma di arrangiare le “Estaciones” sulla base della strumentazione vivaldiana è stata invece del grande violinista Gidon Kremer, che ha promosso un’operazione di suggestiva efficacia.
Particolarmente interessante risulta dunque la scelta del Teatro Massimo Bellini di proporre in un’unica serata il singolare abbinamento di queste “Otto Stagioni”, che dal Settecento di Venezia trascorrono fino al Novecento di Buenos Aires. L’appuntamento, che rientra nel cartellone concertistico del Bellini, è per martedì 7 febbraio alle ore 20:30. Il recital vedrà in primo piano l’Orchestra da camera dell’ente lirico etneo, con l’autorevole presenza di Marco Serino, nella doppia veste di direttore e violino solista, e con il talentuoso Biagio Quaglino al clavicembalo.
Il confronto tra le due partiture rivela le concezioni diverse degli autori: oggettiva in Vivaldi, soggettiva in Piazzolla. Se il racconto vivaldiano privilegia la voce della natura che oggettivamente detta tempi e modi delle attività dell’uomo, Piazzolla non sembra trarre ispirazione dalla prevalente uniformità del clima sudamericano. Nella sua opera il “descrittivismo meteorologico” risulta dunque assente, come nota Giorgio Appolonia, e lascia il campo allo scandaglio emotivo-psicologico, per indagare le varie fasi che attraversa l’animo umano.
Il programma si apre all’insegna della sequenza vivaldiana tratta da “Il Cimento dell’Armonia e dell’Invenzione” op.VIII, ossia il Concerto n. 1 in mi maggiore op. 8, RV 269  “La primavera”; il n. 2 in sol minore op. 8, RV 315 “L’estate”; il n. 3 in Fa maggiore op. 8, RV 293 “L’autunno”; il n. 4 in Fa minore op. 8, RV 297  “L’inverno”, pagine che non hanno certo bisogno di presentazione.
Seguiranno i pezzi di Piazzolla – riproposti nell’ordine di composizione: “Verano porteño”, “Otoño porteño”, “Invierno porteño”, “Primavera porteña” – che rivelano una magistrale fusione di tradizione, musica colta, jazz e “nuevo tango” . Laddove l’aggettivo “porteñas” rimanda all’atmosfera del grande porto di Baires, a sottolineare il collegamento con le “Stagioni” di Antonio Vivaldi, evocative del fascino di un’altra grande città di mare, la laguna veneta dando vita ad un ammaliante gioco di affinità e differenze.
Come accennato, nel 1998, sei anni dopo la morte di Piazzolla, sarà il celebre virtuoso Gidon Kremer a chiedere a Leonid Desyatnikov di ricavare dai quattro brani una più corposa suite per violino solista e orchestra d’archi. Desyatnikov va oltre la trascrizione, aggiungendo tra l’altro citazioni dalle “Stagioni” di Vivaldi e cadenze per il violino solista e il primo violoncello. Si preoccupa inoltre di mantenere gli effetti speciali ideati da Piazzolla per il quintetto originario, al 3 di ovviare alla mancanza di percussioni. “Invierno porteño” si conclude con una citazione del Canone di Pachelbel.
Marco Serino ha compiuto gli studi musicali presso il Conservatorio S. Cecilia di Roma, conseguendo i diplomi in violino e musica da camera con il massimo di voti e la lode. Si è perfezionato presso l’Hochschule für Musik di Vienna con Gunter Pichler, la ProQuartet di Parigi con i Quartetti Amadeus, Melos, Berg e La Salle, il Royal College di Londra e il Conservatorio Superiore di Ginevra con Corrado Romano, dove gli è stato conferito il Premier Prix de virtuosité. È stato fondatore nel 1990 del Quartetto Bernini, membro del celebre complesso I Musici e collabora in qualità di solista e camerista con alcuni tra i più famosi interpreti, come Giuliano Carmignola, Christophe Coin, Wladimir Mendelssohn, Mario Brunello, Giovanni Sollima, Francesco Cera, Bruno Canino, Gerard Caussè, Hector Passarella, Alessandro Carbonare.
Si esibisce come solista e camerista nelle più prestigiose sale di tutto il mondo, tra cui la Filarmonica di Berlino e di Köln, Herkulessaal e Prinzregententheatre a Monaco di Baviera, Musikverein di Vienna, Queen Elizabeth Hall di Londra, Sala Čajkovskji di Mosca, Teatro Marinskji di S. Pietroburgo, Suntory Hall di Tokyo, Arts Performance Center di Seul, Teatro Nazionale di Pechino, Shangai Theatre, Mozarteum Salzburg, Roma Auditorium Santa Cecilia, Milano Società del Quartetto, Biennale di Venezia. Importanti compositori gli hanno dedicato i propri lavori; da ricordare le collaborazioni con Ennio Morricone, Luis Bacalov, Matteo D’Amico, Alessandro Sbordoni, Gideon Lewinshon, Steve Reich, Ada Gentile e Pascal Dusapin. Ha realizzato incizioni per alcune prestigiose case discografiche, recensite e premiate dalle più importanti riviste specializzate. Nel 1999 Ennio Morricone (del quale è stato violino solista di tutte le colonne sonore dal 2000) gli ha conferito il prestigioso “Premio Michelangelo”. È docente di violino presso il Conservatorio di Trento ed ha effettuato masterclass su invito di importanti università e accademie. Si occupa anche di ricerche musicologiche, e recentemente le sue ricostruzioni di concerti inediti per violino di J.S.Bach sono state incise per Deutsche Grammophon.

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Il recital fa parte sia dell’abbonamento al Turno A, sia di quello dedicato appunto ai recital. Naturalmente è sempre possibile l’acquisto di biglietti singoli.

foto: Marco Serino

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