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Tre eventi di un lunedì indimenticabile: Contrade dell’Etna, Pietradolce Party e il Concorso Miglior Sommelier dell’Etna a cura di AIS Sicilia

Quando la congiuntura unisce tre eventi in unica giornata si capisce che l’allineamento dei pianeti del sistema solare di cui facciamo parte, ti arride e pretende che tu possa essere condiscendente alle umane sorti. Sembra un linguaggio da posseduta, ma riuscire a presenziare a tre eventi contemporaneamente, gustandoli fino in fondo ti fa capire l’entità della manifestazione e dell’epifenomeno dal nome Etna, che non dimentichiamoci è comunque frutto della natura, creata dal caos, che in qualche modo ha preso forma, per tornare all’allineamento di cui sopra. A Contrade dell’Etna al suo terzo giorno insieme alla sommelier Gabriella Maugeri ho potuto assaggiare, con quel bere responsabile che caratterizza i produttori etnei, osservando il brulicare dei ristoratori, delle enoteche e dei wine lovers del lunedì, alla ricerca delle analogie e delle differenze che Contrade dell’Etna, in questa XV edizione, ha saputo inserire e amalgamare sagacemente all’interno di quel variegato ed infinito popolamento vitivinicolo che stanno rappresentando le contrade dell’Etna. Sono 133, le contrade, distribuite tutto intorno a quella che viene definita “a Muntagna”. L’Etna Doc nasce nel 1968. Si tratta di una delle prime denominazioni ad essere nate in Italia. I vigneti, principalmente sviluppati ad alberello, sono tra i più vecchi d’Europa, e sono nati dalle colate di lava del 1646, 1879, 1911 e nel1981. Con i suoi suoli antichi: si passa da quelli del 122 a.C. a quelli di 15.000 e 40.000 anni fa, si passa alla rottura del basalto, e il suo diventare sabbia e tufo, il terreno diventa la fertilità per la nascita di aziende vinicole.

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I produttori etnei mostrano come i vini prodotti possano variare così tanto nei colori, negli odori, nei sapori…ma poi la “nostra” sommelier mi ha scarrozzato al Party di Pietradolce, un luogo esclusivo panoramico con cibi e vini veramente splendidi senza parlare dell’accoglienza del padrone di casa, che come un meraviglioso “Grande Gatsby”, sovrintendeva senza essere invasivo o accentratore, difficile riuscire a creare un’armonia più raffinata, glamour, e nello stesso tempo con cibi appartenenti alla nostra cultura mediterranea senza considerare il vino, di cui i collaboratori sotto il pergolato ci hanno raccontato le origini e le derivazioni. E così la cantina Pietradolce rappresenta con le sue opere d’arte che il vino e arte sono così indissolubili? Mah! Ci torneremo presto per raccontare la storia della famiglia ed assaggiare in dettaglio i vini.

Ma il mio stupore della perfetta giornata doveva continuare, e senza sapere gli orari, sempre per quella perfetta congiuntura che ti allinea ai pianeti e sempre in compagnia della mia amica la sommelier Gabriella Maugeri, doveva culminare nella premiazione del Migliore Sommelier dell’Etna alla sua prima edizione. Ogni volta che vedo l’AIS, Associazione Italiana Sommelier,  schierata in pompa magna così uniti, gentili, accorati nelle loro manifestazioni, mi accorgo che essere siciliani, che fanno parte del mondo del vino, può dare degli ottimi risultati quando si coopera come una famiglia per bene, tipo di quelle di una volta. Molto interessante la scelta dell’esame orale tenuto dai tre finalisti, poiché ascolti lo stile diverso di presentazione e dell’abbinamento tra cibo e vino di cui la toscana Ilaria Lorini, e i siciliani Sergio Bellissimo e Claudio di Maria sono stati degli interpreti magistrali. Il primo classificato è stato Claudio Di Maria, che avevamo incontrato a Palermo, nella masterclass “Di Padre in Figlio” condotta da due generazioni di sommelier AIS Sicilia a confronto, con il padre il sommelier Orazio Di Maria referente della guida AIS Sicilia. Come dire ancora una volta, analizzata da psicologa delle Wine Family Business, che la trasmissione generazionale ti iscrive nel DNA quella carica necessaria, quel sangue freddo e professionalità che “il figlio” si porta dietro per mantenersi all’altezza il rapporto col “padre”, quale che sia la professione tramandata. Un ottimo secondo posto per lo stile professionale e “istrionico” del meraviglioso Sergio Bellissimo che incontreremo prossimamente nell’organizzazione di “Grappoli” wine tasting a Belpasso. Ora non mi resta che sbobinare i vocali dei tre sommelier, per imparare i segreti dei termini, delle pause “psicologiche”, i respiri emozionali che ancora una volta disegneranno il puzzle che mi servirà come guida del prossimo libro in uscita sulle “famiglie del vino e loro psicologia”. E il giudizio finale della mia amica sommelier? Vi dirò alla prossima puntata sul magazine leculture.it

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Susanna Basile
Susanna Basilehttp://www.susannabasile.it
Susanna Basile Capo Redattore Psicologa e sessuologa
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