Secondo la leggenda, Dedalo, mitologico ideatore del labirinto voluto dal re cretese Minosse, dopo aver attraversato l’Egeo in volo si rifugiò in Sicilia. E proprio per questo motivo, rappresentando un ideale trait d’union tra la Sicilia e Creta, a lui è stata dedicata la mostra “Nell’Isola di Dedalo”, allestita al Museo dei Saperi e delle Mirabilia dell’Università di Catania (Palazzo centrale, piazza Università) per celebrare i 25 anni di attività del Centro di Archeologia Cretese dell’Ateneo.
L’esposizione, organizzata dal Cearc in collaborazione con il Sistema Museale d’Ateneo e con SkenArte che ne ha curato l’allestimento, ripercorre le esperienze scientifiche del Centro fondato nel 1998 dal prof. Vincenzo La Rosa, ordinario di Civiltà Egee, le sue collaborazioni interdisciplinari e internazionali, ma anche le interazioni con il pubblico italiano e straniero e con le comunità locali cretesi.
L’allestimento presenta al pubblico la civiltà cretese dalla prima occupazione fino all’età romana attraverso gli scavi nei siti di Haghia Triada, Festòs e di Priniàs, ma anche in siti dove operano alcuni dei suoi membri, come Gortina e Cnosso. «Dopo 25 anni di attività, di indagini e ricerche del Cearc abbiamo pensato che fosse il momento di presentare con una mostra le ricerche svolte sul campo e i risultati degli scavi e lo studio dei materiali delle costruzioni in un modo più interattivo possibile – spiega il direttore del Cearc, Pietro Militello -. Un percorso in cui si mescolano i poster sulle attività del centro alle ricostruzioni in 3D per raccontare la storia di Creta anche con diapositive e con oggetti che gli studenti potranno toccare». Il progetto è stato finanziato con fondi dei dipartimenti di Scienze umanistiche (Disum) e di Scienze della Formazione (Disfor) dell’Università di Catania e del CNR-ISPC. Hanno collaborato studiosi delle Università di Bologna, Genova, UniNettuno e Ca’ Foscari.
La mostra sarà visitabile, fino al prossimo 30 giugno, dal lunedì al venerdì, dalle 9.30 alle 13.30 e il martedì e mercoledì anche di pomeriggio, dalle 15.30 alle 18.00. Il percorso espositivo, inoltre, è stato pensato per avvicinare i cittadini “non addetti ai lavori” ad un ambito di ricerca altrimenti poco accessibile nei suoi contenuti, e prevede anche la visita virtuale e immersiva del quartiere sud-ovest del Palazzo di Festós.
La visita virtuale, a posti limitati, richiede la prenotazione almeno 24 ore prima tramite la piattaforma Eventbrite ed è disponibile tutti i lunedì e venerdì dalle 10 alle 13.00 e tutti i martedì e mercoledì dalle 16 alle 18.