Roma, 31 dic. (Labitalia) – Il serpentone di auto in fila per fare il tampone sfiora il chilometro di lunghezza. Forse anche di più. Macchine ovunque, a perdita d’occhio. Tutti aspettano di fare il tampone antigenico. Gratis. E due su dieci risultano positivi, a volte anche di più. Il commissario straordinario Emergenza Covid per la provincia di Palermo, Renato Costa, gira per i padiglioni della Fiera accompagnato da Marcello Capetta del Front Office. Costa allarga le braccia e dice all’Adnkronos: “Stiamo affrontando un vero e proprio ‘tsunami’ di positivi. Lo stiamo gestendo non senza difficoltà, ma lo stiamo gestendo comunque, con una serie di provvedimenti estemporanei che stiamo prendendo, ad esempio l’aumento delle ore di disponibilità o rinforzare i nostri organici”. “Il problema non è solo dei due positivi su dieci tamponi fatti – spiega Costa -ma i positivi che sonoa casa o in ospedale. Abbiamo una crescita numerica importante. Del resto se in Italia siamo arrivati a 130 mila ci sarà un motivo”.
In Sicilia non si riscontrano, al momento, le criticità emerse in altre regioni italiane, come in Lombardia. “Noi stiamo rispondendo bene, stiamo dando risposte a tutti – dice – speriamo di poterlo continuare a fare. Finora ci siamo riusciti”. Costa è convinto che la situazione sarà così “almeno fino a metà gennaio. Purtroppo abbiamo perso tutti i vantaggi che avevamo sul virus, subito dopo l’estate”. “Facciamo sempre gli stessi errori – aggiunge – gli arrivi in massa, gli assembramenti, i viaggi sconsiderati, i ritorni massivi da paesi a rischio. La somma di tutto questo ha determinato la crescita esponenziali dei contagi. Anzi noi non abbiamo i 30 mila contagi al giorni che ci sono in Lombardia”. Il nuovo decreto, secondo Renato Costa “dice delle cose importanti, cioè che uno vaccinato con tre dosi può stare tranquillo” e “di avere una gestione migliore dei positivi e di poterli ‘liberare’ in un tempo minore”. “Noi dobbiamo partire da un presupposto – aggiunge – tutto dipende dal comportamento, se è disordinato, è chiaro che può fare danno”.
Poi, replicando a coloro che sostengono che i vaccini “non funzionano”, come ha detto ieri anche l’attrice Diana Del Bufalo,Costa spiega: “Senza i vaccini oggi saremmo tutti morti”. “Con questi numeri che non abbiamo mai avuto – dice – nonostante tutto la percentuale dei ricoverati non è paragonabile a quella dello scorso anno. Il che vuol dire che il vaccino ha protetto e ha fatto da scudo e ci ha permesso di riprenderci un pezzo di vita. Se torniamo ad avere i vaccini e i comportamenti corretti la situazione migliorerà”. A pochi passi dai gazebo c’è il padiglione 20 dove si eseguono i vaccini e c’è il Front Office. Qui lavorano dodici persone, che in un anno di attività non si sono mai fermati. Una signora esce dall’ufficio e dice: “Mi creda, questo è l’ufficio pubblico che funziona meglio in Sicilia, persone gentili, preparate e qualificate”.Marcello Capetta ringrazia e spiega: “Non abbiamo orari – dice all’Adnkronos – I momenti più difficili sono stati quelli iniziali. Abbiamo dovuto cominciare dalle cose più piccole, come la moquette alle procedure. Siamo un gruppo molto affiatato, guidati da una persona straordinaria come Renato Costa”.
Complessivamente sono 263 le persone che lavorano all’hub di Palermo, oltre a 11 ‘educatori professionali’, come spiega Carlo Bileddo, che fa parte del Front Office. Qui si vaccina anche gente che arriva dall’estero. Persino dall’Australia. Come racconta Olga Marino, che fa parte del team. “Una coppia di turisti è venuta all’hub per fare la terza dose e li abbiamo aiutati con la lingua, perché non conoscono l’italiano. A Natale mi hanno mandato un messaggio bellissimo su whatsapp. Per ringraziami. Ecco, oltre a essere un’esperienza formativa dal punto di vista professionale lo è anche dal punto di vista umano, personale. Soprattutto i più anziani ci ringraziano con tanto affetto. Un’anziana signora mi ha invitata a pranzo a casa sua a Mondello”.
Molti gli immigrati che pur non parlando l’italiano sono stati aiutati. “Ha avuto un grande successo il vaccino fatto nelle borgate – dice Olga Marino – Specialmente in zone come Ballarò o alla Vucciria o all’Arenella. La gente era contenta”. E poi ci sono i palermitani che vanno all’hub ma che hanno paura e chiedono mille chiarimenti. “Ricordo che una signora mi ha detto: ‘Ma io non so cosa c’è nel vaccino’ e io le ho chiesto: ‘Ma lei sa cosa c’è nel vaccino influenzale che ha fatto? Se è Pfizer o Astrazeneca?’ e non sapeva cosa dirmi”. Alcune persone disorientate e spaventate sono state aiutate da ‘Mistervaccino’, il medico che in oltre un anno ha fatto oltre 15 mila vaccini. E molti di loro li ha convinti lui. Si chiama Arturo Campanella, e lavorava all’ospedale Civico di Palermo. “Abbiamo vaccinato anche 3.000 persone al giorno”, dice. In poco più di un anno sono state vaccinate qui oltre 700 mila persone.
Intanto, la fila per fare i tamponi non si ferma all’esterno. Un uomo scende dall’auto e chiede: “Scusi, ma c’è un bagno? Sono qui da tre ore e devo fare la pipì”. E nelle farmacie non va meglio. File ovunque. Di persone che vogliono fare il tampone. E anche oggi lo ‘tsunami’ di positivi continua. Renato Costa scuote la testa. “Bisogna cambiare atteggiamento, altrimenti non ne usciamo più”. E lui come trascorrerà il Capodanno? “Con mia moglie, e basta. Niente feste. Forse non aspetto neppure la mezzanotte. Domani si lavora”.
(Adnkronos/Labitalia)