Palermo, 20 gen. (Adnkronos) – Il 23 maggio dell’anno scorso, in occasione del match Palermo-Avellino allo stadio Renzo Barbera, avevano deciso di sostenere la loro squadra del cuore accendendo fuochi d’artificio e fumogeni in cima a Monte Pellegrino. I festeggiamenti dei 13 ultras del Palermo si sono però trasformati in un incendio che ha lambito alcune abitazioni private e messo a rischio le antenne radio-televisive di Pizzo Manolfo. Per spegnere le fiamme ci volle un giorno, anche a causa del vento di scirocco, e un Canadair proveniente da Roma e costato all’erario circa 30mila euro. Oggi ai 13è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini condotte dagli uomini del Corpo forestale della Regione Sicilia e dalla Digos, coordinati dalla Procura di Palermo. La maggior parte di loro, tutti riconducibili al gruppo Ultras Curva Sud, ha precedenti specifici in materia di reati da stadio e alcuni non potevano assistere agli incontri sportivi a causa del Daspo a cui erano sottoposti.
Nei confronti di 5 indagati sono state eseguite perquisizioni alla ricerca di altro materiale pirico. Sequestrati anche i cellulari. Gli ultras non potranno più accedere allo stadio per i prossimi anni, essendo stati raggiunti da provvedimenti Daspo emessi dal questore. Nei confronti dei recidivi è stato anche disposto l’obbligo di comparizione negli uffici di polizia durante gli incontri sportivi delPalermo F.C.