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Palermo ‘abbraccia’ Papa Francesco, in centinaia in Cattedrale

arcivescovo Palermo, 'ci ha insegnato a vedere i trafitti della storia'

Palermo abbraccia Papa Francesco. Martedì scorso l’arcivescovo, monsignor Corrado Lorefice, aveva chiesto alla comunità diocesana di pregare in suffragio del Santo Padre, convocando fedeli, religiosi, movimenti, associazioni e confraternite alla celebrazione eucaristica in programma per oggi in Cattedrale. Un ‘appello’ che non è caduto nel vuoto. In centinaia stanno partecipando alla messa presieduta dallo stesso Lorefice. Una presenza massiccia con tantissime persone anche sul sagrato della Cattedrale. “Papa Francesco era come una persona di famiglia, per la Chiesa e per l’umanità. Le sue prime parole sono state per i poveri. Le sue ultime per gli ultimi”, aveva detto nei giorni scorsi l’arcivescovo di Palermo non trattenendo la commozione nel ricordare Bergoglio.

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“Papa Francesco, con la vita e con le parole, ci ricordava sempre che il Risorto volge lo sguardo agli ultimi, agli abbandonati, a coloro che nessuno vede. Ci ha invitati sempre e ci ha mostrato come attuare le parole del Signore: volgere lo sguardo verso i ‘trafitti’ della storia, coloro che nessuno vede. Questo è stato uno dei grandi insegnamenti evangelici di Papa Francesco: vedere chi non è visto. Così è stato Francesco: uno da cui chi credeva di non contare nulla, e di non poter essere guardato da nessuno, si è sentito visto”. A dirlo è stato un visibilmente commosso l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, durante l’omelia in una Cattedrale gremita in occasione della celebrazione eucaristica in suffragio di Papa Francesco.

“Stasera chiediamo al Signore di essere guariti dalla tristezza e dal dolore per la scomparsa del nostro caro Papa Francesco, nella certezza che la Pasqua che celebriamo è anche la sua Pasqua, la Pasqua del nostro Santo Padre”, ha detto ancora Lorefice, ricordando il Pontefice ‘venuto da lontano’ e “diventato l’amico di ogni uomo”. “Tutti abbiamo sempre pensato a lui come all’uomo buono, fraterno e paterno, l’uomo comprensivo e aperto che avremmo voluto incontrare – ancora un passaggio dell’omelia dell’arcivescovo di Palermo -. Anche coloro che non mettevano in pratica i suoi insegnamenti di disarmo, di pace, di attenzione agli ultimi lo rispettavano, lo ritenevano un ‘uomo buono che amava e lavorava per l’umanità'”.

Per monsignor Lorefice sono stati “commoventi” i racconti dei senzatetto a cui “Francesco ha messo a disposizione un palazzo, dei servizi igienici, un ambulatorio medico nei pressi del colonnato di San Pietro. Uno di loro diceva: ‘La mia vita è cambiata perché lui si è accorto di me’. Guardare con occhi nuovi, pieni di compassione, il dolore dell’altro, non abituarsi mai alle ingiustizie, alla miseria, alla povertà: questo il magistero peculiare di Papa Francesco”.

 

“All’Amore crocifisso, il nostro amato Santo Padre Francesco si è affidato fino alla fine, senza mai risparmiarsi, senza cautelarsi in alcun modo. Ha vissuto la Settimana Santa come prudenza non avrebbe voluto, ma secondo il suo grande cuore”. E’ un passaggio dell’omelia pronunciata in una Cattedrale gremita dall’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, in occasione della celebrazione eucaristica in suffragio di Papa Francesco. “Ha visitato, confortato, augurato, ringraziato, toccato e abbracciato – ha proseguito Lorefice con la voce rotta dalla commozione -, mettendo consapevolmente a repentaglio la propria ormai debole vita per la ‘follia’ del Vangelo, per la ‘follia’ della fede in una realtà più grande, per la ‘follia’ della speranza in un Dio che non delude”.

“Non ha avuto paura di consegnarsi, fino alla fine, andando incontro alla morte, quasi a volerci dire: ‘La speranza ha cambiato il mio sguardo su ogni cosa’. Un vero pellegrino della e nella speranza”, ha concluso Lorefice.

 

“Pure noi, nel nostro cammino come Chiesa di Palermo, siamo stati raggiunti amorevolmente dallo sguardo di Papa Francesco. Con amicizia, con comprensione, con fiducia. Lo dico con commozione, con pudore e gratitudine intima: io per primo mi sono sentito ‘visto’, ‘scovato’ da Lui. E questo suo sguardo mi ha dato forza, mi ha ricordato lo sguardo di Dio su di me e nello stesso tempo mi ha dato la gioia di guardare voi, ognuno di voi, e di andare a cercare – anche se non sempre ci sono riuscito – coloro che non sono visti da nessuno”. Così l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, nell’omelia pronunciata in Cattedrale in occasione della celebrazione eucaristica in suffragio di Papa Francesco.

Più volte don Corrado non ha trattenuto la commozione, come già aveva fatto nei giorni scorsi incontrando i giornalisti e ricordando il primo incontro con Papa Francesco che lo aveva scelto come guida della Chiesa di Palermo da semplice parroco di Modica, nel Ragusano. “Mi disse: ‘Promettimi di rimanere quello che sei'”.

 

“Quel 15 settembre 2018, qui, a Palermo, la Vergine Addolorata ci ha donato Papa Francesco, pellegrino nei luoghi del martirio del nostro – e suo – Beato Pino Puglisi. Ha illuminato la nostra vita e ci ha aiutato ad attraversare anche i momenti bui, quelli in cui sembrava di non sentire più la carezza di Dio”. Lo ha detto l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, ricordando, nell’omelia pronunciata in Cattedrale in occasione della messa in suffragio di Papa Francesco, la visita del Pontefice a Palermo.

 

 

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