In Sicilia, in cui si stimano 140.000-170.000 pazienti con psoriasi (sono circa 2,5 milioni in Italia con una prevalenza del 3-4%), i clinici raccontano che le persone che si rivolgono presso gli ambulatori e che giĆ manifestano forme gravi di psoriasi non sono mai state da un dermatologo prima di allora o in un centro di riferimento oppure non conosco le opportunitĆ terapeutiche, perchĆ© sono poco informate o ricorrono al āfai da teā. Dunque: piĆ¹ informazione sulla malattia, ma cāĆØ anche la necessitĆ di inserire la patologia nel Piano nazionale della cronicitĆ , di garantire equitĆ di accesso alle nuove terapie e di fare rete per assicurare il migliore percorso di cura. Questi i temi affrontati nella tappa siciliana della road map āPSORIASI. IO LA VIVO SULLA MIA PELLE, MA TU SAI COSA VUOL DIRE? SICILIAā organizzata da Motore SanitĆ .
āLāevento scientifico segna un mirabile collegamento tra lāiniziativa formativa multiregionale giunta a Palermo e i programmi di intervento dellāAssessorato per la Salute in materia di psoriasi. Ć intenzione del Dipartimento che dirigo, avviare nelle prossime settimane un tavolo tecnico, la cui composizione ĆØ in corso ā ha spiegato Salvatore Requirez, Direttore Generale del Dipartimento AttivitĆ Sanitarie ed Osservatorio Epidemiologico, Regione Siciliana -. Ai pazienti siamo obbligati ad offrire uguale accessibilitĆ alle cure, di omogeneo livello, puntando sullāallineamento dei servizi alle evidenze scientifiche, per questo serve unāoculata distribuzione dei presidi specialistici, un efficace programma di formazione degli operatori, un costante aggiornamento sui risultati dei vari approcci terapeutici nonchĆ© unāattenta prevenzione delle patologie cronico degenerative che sono collegate alla storia naturale della patologia e rendono piĆ¹ complessi i casi sotto il profilo assistenziale ed economicoā.
āI pazienti siciliani affetti da forme gravi oscillano tra i 28 e i 34mila (il 20%), un numero ben piĆ¹ alto del numero di pazienti sottoposti a trattamenti con farmaci innovativi, confermando come un gran numero di pazienti non si sottoponga a trattamenti adeguatiā spiega Giuseppe Micali, Direttore U.O.C. Dermatologia, P.O. G. Rodolico Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico “G. Rodolico-S. Marco”, Catania.
āNegli ambulatori arrivano numerosi pazienti con forme diffuse e gravi di psoriasi, mai stati precedentemente da un dermatologo o presso un centro di riferimento perchĆ© o non informati adeguatamente oppure sconfortati perchĆ© non sono consapevoli della possibilitĆ di essere trattati con terapie innovative. Dovrebbero evitare di ricorrere a fonti di informazioni non adeguate come internet o siti non riconosciuti, o ancora peggio, al āfai da teā che puĆ² portare ad un peggioramento della patologiaā ha spiegato Maria Letizia Musumeci, Dirigente Medico U.O.C. Dermatologia, P.O. G. Rodolico Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico “G. Rodolico-S. Marco”, di Catania. āIl medico di medicina generale, in prima battuta, il dermatologo e le associazioni dei pazienti potrebbero essere i principali attori nellāindirizzare il paziente verso il medico che sceglierĆ la cura piĆ¹ personalizzata. Importanti sono anche le campagne educazionali sulla malattiaā.
Oggi le terapie biologiche piĆ¹ innovative, come gli inibitori dellāInterleuchina IL17, permettono di attuare cure personalizzate e innovative. Bimekizumab agisce sia sullāIL17A che sullāIL17F, due diverse interleuchine coinvolte nel processo infiammatorio che sottende la patologia; grazie a questo meccanismo di azione ĆØ possibile avere una risposta rapida e protratta nel tempo con somministrazioni estremamente dilazionate (ogni 4 settimane per 16 settimane e poi ogni 8 settimane), con un miglioramento della compliance del paziente e dellāaderenza terapeutica. Lāefficacia di bimekizumab nel trattamento della psoriasi ĆØ dimostrata da vari trial clinici e lo scorso anno, lāAgenzia europea per i medicinali (Ema) ne ha approvato lāuso nei pazienti adulti affetti da psoriasi moderata-grave. La pratica clinica conferma questi risultati e il farmaco ĆØ giĆ prescrivibile in Italia.
Secondo Maria Rita Bongiorno, Professore Ordinario di Dermatologia, Responsabile U.O.C. di Dermatologia e MTS A.O.U.P. “Paolo Giaccone” di Palermo, UniversitĆ degli Studi di Palermo, avere piĆ¹ armi terapeutiche a disposizione cosƬ da permettere una personalizzazione delle terapie ĆØ importante. E ancora: āCon lāavvento dei farmaci biotecnologici sino a poco tempo fa si considerava soddisfacente un miglioramento del 75% del PASI, ma con lāavvento di terapie sempre piĆ¹ efficaci che raggiungono in maniera selettiva molecole bersaglio il target si ĆØ spostato a PASI90/100, cioĆØ remissione clinica totale dei segni e dei sintomi. Nello scenario dei farmaci biologici si ĆØ affacciata una nuova molecola, che nel corso delle sperimentazioni sembra in grado di raggiungere la completa clearance della pelle alla settimana 16 e di mantenere questa risposta sino a tre anni. Intervenire tempestivamente con una terapia che mantenga la sua efficacia nel tempo consente di ridurre i costi diretti e indiretti non soltanto al paziente ma anche al servizio sanitario nazionaleā.
Come garantire equo accesso alle cure innovative ai pazienti e garantire sostenibilitĆ del servizio sanitario nazionale? āLa Regione Siciliana sta lavorando su diversi fronti: appropriatezza prescrittiva, quindi garantire il giusto farmaco al paziente giusto non sprecando le risorse; verifiche sui farmaci erogati di prima linea e successivi; inserimento in prontuario delle terapie velocizzando il percorso di inserimento; approvvigionamento del farmaco con la centrale unica di committenza con lāobiettivo di riuscire ad avere un percorso velocissimo e avere in pochissimo tempo la possibilitĆ di acquistare il farmaco. Vorremmo riuscire ad avere il farmaco acquistabile nel giro di un mese, questo ĆØ il nostro obiettivo. Vogliamo essere la prima regione a fare questo. Eā un segno di grande civiltĆ ā ha spiegato Maurizio Pastorello, Direttore Dipartimento Farmaco Asp Palermo, che ha inoltre sottolineato lāimportanza di creare reti tra i centri di riferimento ospedalieri e il territorio per garantire il miglior percorso di cura. āUna rete che risponda al concetto di multidisciplinarietĆ , un percorso realistico di presa in carico del paziente a 360 gradi che parta dalla realtĆ di ogni singola provincia del territorioā.
Valeria Corazza, Presidente APIAFCO (Associazione Psoriasici Italiani Amici della Fondazione Corazza), ha portato la sua testimonianza da paziente: āIn quanto malattia cronica, la psoriasi richiede unāassistenza continua e permanente, una condizione che evidentemente deteriora la qualitĆ della vita di chi ne soffre; in quanto malattia multifattoriale ĆØ spesso accompagnata da comorbiditĆ , ossia dalla presenza contemporanea di altre patologie, 1 nel 33% dei pazienti psoriasici, 2 nel 19%, 3 nellā8%. Ć chiaro che il paziente deve avere, da subito, una presa in carico multidisciplinare. Curare prontamente le comorbiditĆ significa potere avere una buona qualitĆ di vita e risparmiare sui costi a lungo termine. Eppure, ĆØ proprio su questa opportunitĆ che si registrano le maggiori criticitĆ , in primis lāaccesso non equo alle cure sullo stesso territorio nazionale – imputabile alla forte eterogeneitĆ tra le Regioni – e il sotto trattamento nonostante la disponibilitĆ di terapie efficaci e innovative che hanno come obiettivo il PASI 100, ovvero la guarigione completaā.
āLe persone con psoriasi oggi scontano ancora una scarsa attenzione al livello istituzionale, per questo ĆØ urgente inserire la patologia esplicitamente nel Piano Nazionale CronicitĆ – ĆØ lāappello di Sabrina Nardi, Consigliera Nazionale SalutequitĆ -. CiĆ² spingerebbe le Regioni e le ASL a definire dei percorsi di presa in carico (PDTA), oggi troppo poco presenti e di livello prevalentemente ospedaliero. La Regione Sicilia potrebbe fare da apripista ad una programmazione e organizzazione dei percorsi attenta alle persone con psoriasi, anche per superare le difficoltĆ regionali nel recuperare i livelli di erogazione delle visite dei tempi pre-Covid, attraverso la leva dellāappropriatezza diagnostica, terapeutica, assistenziale.
SalutequitĆ infatti ha rilevato nella sua ultima analisi che nel 2022 mancavano allāappello in Sicilia il 22,46% di prime visite rispetto al 2019 e il 26,17% di visite controlloā.