Alcamo: Scelta da Elimi, Romani e Bizantini per la posizione strategica sulle vie occidentali di accesso a Palermo, con gli Arabi guadagnò il nome di Alqamah ed il grado di casale. Attorno al castello (sec. XIV) si costituì il primo consistente nucleo abitativo della città che oggi si presenta con un tessuto viario regolare, lungo l’asse del corso principale VI Aprile…visitata per due giorni dalla redazione di Siciliareport, c’è piaciuta proprio!!! Noi catanesi per arrivare ad Alcamo ci mettiamo solo quattro ore, abbiamo provato a farla in pullman: Catania Palermo tre ore e poi un passaggio dall’organizzazione di “Sicilian Wine Weekend” che ci ha accompagnato all’Hotel Centrale che appunto si trova vicinissima a piazza Ciullo. In quattro ore sei a Londra tra scalo e arrivo in centro. Noi no! In quattro ore fai circa trecento chilometri, perché noi siciliani siamo immortali, quindi avendo tutto il tempo del mondo, ci possiamo permettere di arrivare in un posto, quando arriviamo. infatti abbiamo un modo di dire che dice più o meno così: “quando arriviamo, arriviamo…”
Il centro di Alcamo lo percorri in venti minuti e non ti puoi perdere perché siamo a piedi ed il centro storico, lo hanno perso “loro”, da quando lo hanno reso pedonale…ma paradossalmente lo hanno recuperato i turisti perché le strade sono belle e pulite e le chiese, come sempre nella nostra terra, incredibilmente grandi monumentali e barocche; anche se qui c’è un certo medioevo “ammucciato”. Poi ti chiedi ma se noi ci abbiamo messo tutto questo tempo per arrivare attraverso ruote motrici, all’epoca quanto ci mettevano per trasportare materiali pesanti come pietre, marmi e quant’altro? E se noi, per un’autostrada mai finita, perché sempre in manutenzione, loro come facevano a finire e rifinire una chiesa di quelle dimensioni con tanto di pitture, statue e stucchi? I misteri del passato quando eravamo ricchi e intelligenti e soprattutto onesti!!!
Siamo andati per vigneti in collina e soprattutto abbiamo visitato il Baglio Florio, oggi della famiglia Adamo, accogliente e simpaticissima. I Florio per portarsi l’uva in comodità, avevano costruito una stazione con tanto di rotaie ruotanti che entravano dentro le cantine. Abbiamo conosciuto il sindaco Domenico Surdi, l’assessora alla Cultura Turismo e Spettacolo, Donatella Bonanno e la presidente dell’Enoteca Regionale della Sicilia Occidentale, Maria Possente, che sono giovani, dinamici e produttivi. I produttori, personaggi radical chic rurali, che credono in quello che fanno, che sono giovani tornati o mai andati dalla loro terra. È stato bello incontrare colleghi giornalisti che si occupano principalmente di enogastronomia, di guide, di assaggi e critica, siamo stati coccolati e accuditi all’interno di strutture d’arte come l’ Auditorium del Collegio dei Gesuiti e i ristoranti che ci hanno foraggiato. E poi Andrea Lo Cicero chef e conduttore della manifestazione intelligente e sagace uomo poliedrico e sorprendente. Vi parleremo di loro in maniera dettagliata con tanto di foto e interviste video. Per intanto evviva Rosa Fresca Aulentissima poesia di Ciullo d’Alcamo commentata dal premio Nobel della Letteratura Dario Fo’ che vi racconteremo, anche questo, in un altro articolo.