Grandi come pony, sono stati presenti in Sicilia fino a 400mila anni fa e riuscivano a raggiungere anche i 70 anni d’età. È quanto emerge da un recente studio sul Paleoloxodon falconeri dal titolo “Palaeohistology reveals a slow pace of life for the dwarfed Sicilian elephant” pubblicato sulla prestigiosa rivista “Scientific Reports”.
Uno studio che ribalta le teorie precedenti secondo cui gli elefanti nani insulari siciliani avevano un’aspettativa di vita breve, intorno ai 26 anni. La nuova ricerca, infatti, ha evidenziato come la prospettiva di vita di questi animali fosse ben più lunga delle specie che popolano oggi l’Africa e l’Asia.
Condotta su reperti provenienti dalla Grotta di Spinagallo a Siracusa e conservati nel Museo di Paleontologia del Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’Università di Catania (uno scheletro di elefante nano è temporaneamente esposto al Museo dei Saperi e delle Mirabilia al Palazzo centrale dell’ateneo catanese), la ricerca si è basata su analisi morfologiche e morfometriche tradizionali.
Analisi morfologiche tradizionali sono state effettuate su un numero elevato di reperti, associate a più moderne tecniche di indagine fra cui osservazioni ai raggi X e microtomografia di ossa, molari e zanne particolarmente ben conservati.
Un team internazionale di paleontologi coordinato dalla prof.ssa Meike Köhler dell’Universitat Autònoma de Barcelona con altri specialisti dello stesso ateneo insieme con i ricercatori delle Universidade di Coruña, dell’University of Cape Town, delle università “La Sapienza” e “Roma Tre” e del Natural History Museum di Londra. A far parte del team anche le docenti Antonietta Rosso e Rossana Sanfilippo del Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’Università di Catania.
«È stato possibile evidenziare grazie allo studio come questi elefanti si accrescessero molto lentamente raggiungendo la maturità sessuale e quindi la capacità di riproduzione intorno ai 15 anni e avessero, inoltre, una prospettiva di vita fino ai 70 anni – spiegano le prof.sse Antonietta Rosso e Rossana Sanfilippo dell’ateneo catanese -. Le stime precedenti, invece, ipotizzavano una crescita molto veloce, una maturità sessuale intorno ai 3-4 anni e una durata complessiva di vita di circa 26 anni o poco più ipotizzata basandosi su calcoli relativi alla presunta massa corporea raggiunta da questi pachidermi».
«È difficile capire perché questi animali crescessero così lentamente, ma si può ipotizzare che la scarsità di risorse alimentari e la mancanza di grandi competitori e predatori, caratteristiche tipiche delle isole abbiano avuto un ruolo importante – aggiungono le docenti -. Se da un lato vi era poco cibo per raggiungere le taglie considerevoli tipiche degli elefanti che conosciamo attualmente, dall’altro la mortalità doveva essere sicuramente molto bassa e quindi non c’era forte pressione verso una accelerazione nella crescita e riproduzione».