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Appunti diVini: Marianna Cardone i vini della Valle d’Itria a Locorotondo in Puglia

La Valle d'Itria è una porzione di territorio della Puglia centrale a cavallo tra Bari, Brindisi e di Taranto. Il suo territorio coincide con la parte meridionale dell'altopiano delle Murge, ed è lì che Marianna Cardone, esattamente a Locorotondo gestisce la sua azienda, dove la storia della famiglia ha avuto inizio

L’idea del format Appunti diVini è quella di mettere in contatto i produttori con tutto l’indotto che ha a che fare con il vino, quindi le Strade del Vino, i consorzi, i giornalisti enogastronomici, le associazioni di sommelier, degustatori,  Le Donne del Vino e tutte le associazioni che sono coinvolte, insomma tutti coloro che hanno necessità e voglia di raccontarci tutte le storie del vino, delle famiglie del vino, comprese la Letteratura e la Storia e la Mistica del Vino.

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Pubblichiamo un estratto dell’intervista video

Marianna Cardone https://www.cardonevini.it/vini/: Siamo in una valle meravigliosa nel cuore della Puglia, nel paese di Locorotondo, tra le province di Bari, Brindisi e Taranto. In questa zona ritroviamo la Igt-Valle d’Itria e la Doc Locorotondo, essendo un territorio storicamente conosciuto per il vino. Infatti la DOC Locorotondo è la seconda DOC per storicità dopo il Primitivo di Manduria, quindi parliamo dell’inizio degli anni Sessanta. Questo tanto per darti già un’idea del territorio e della valenza enoica in cui sussiste Locorotondo e la mia cantina. Poco si parla in Puglia di bianchi, invece la Valle d’Itria è il territorio dei bianchi di Puglia; quindi se il Salento è conosciuto per i rossi, la zona di Gioia del Colle, sempre per il Primitivo, la zona del Nord Foggiano per il Nero di Troia, la Valle d’Itria è il bianco di Puglia.

 

È un territorio che in questo momento è molto in voga per la spumantizzazione, anche se ti anticipo, parlando un attimino della storia della mia azienda, che mio padre è stato il primo in Puglia negli anni Ottanta a fare Metodo Charmat, proprio perché aveva già intuito la valenza del territorio per la spumantizzazione. La mia è un’azienda a conduzione familiare, siamo io, mio padre e mio fratello a portarla ancora avanti. La fondò mio nonno Giuseppe alla fine degli anni Sessanta: lui era un abile commerciante, comprava e vendeva di tutto, e poi ebbe l’occasione di comprare questa cantina e di cominciare, come tutti in Puglia in quell’epoca, a preparare vini sfusi per il Nord Italia, per la Francia, per la Spagna. Quindi vinificavano solamente la Verdeca e alcuni Primitivi da spedire con i treni e con le cisterne, con gli autotreni, per altre cantine. Per tanti anni mio nonno ha lavorato, per esempio, per la Martini e Rossi, per la quale produceva la Verdeca che era all’epoca la base dei vermut.

 

Negli anni Ottanta mio padre, che era figlio unico maschio futuro dell’azienda decise invece di controvertire questo business e disse a mio nonno: “ma perché dobbiamo dare agli altri quello che è il valore della nostra terra, perché non mettiamo in bottiglia sotto il nostro nome questi vini meravigliosi?” E così cominciò a investire in tecnologia, quindi a cambiare un po’ l’aspetto dell’azienda. All’epoca, a mio nonno servivano vasche interrate, quelle che noi abbiamo nella nostra cantina, tramogge, tubi. La nostra cantina infatti è una delle ultime cantine esistenti urbane, siamo nel cuore di Locorotondo di fronte alla stazione circondati dai palazzi. Quando i turisti arrivano in azienda si chiedono: dov’è la vigna? dov’è la campagna? dov’è la cantina? Alla fine degli anni Ottanta nacquero le nostre prime bottiglie e cominciamo a vinificare subito il Bianco Locorotondo, la Verdeca, le bollicine da Verdeca e Bianco d’Alessano. Abbiamo una vigna di quattro ettari dove mio padre, sicuro del potere microclimatico del nostro territorio, avendo un terreno roccioso, calcareo, non irrighiamo, e quindi risultano vini molto freschi, molto minerali, con delle forti escursioni termiche fra notte e giorno. E questo vento del vicino mare Adriatico, perché noi siamo a 10 chilometri dal mare Adriatico e a 30 chilometri dal mar Ionio, siamo proprio in mezzo, abbiamo le condizioni perfette non solo per i vini bianchi Verdeca, Bianco d’Alessano, Minutolo, ma anche per vitigni molto difficili come il Pino Nero. Noi facciamo una bollicina da Pino Nero IGP Valle d’Itria e per l’uvaggio bordolese Cabernet, Malbec e Merlot.

A proposito di enoturismo ho imparato frequentando Le Donne del vino [Marianna è il vicepresidente nazionale dell’Associazione n.d.r.] che devi vendere non il vino, non il tuo territorio, ma tutta la Puglia. E quindi gli investimenti fatti da una catena di hotel ci sta permettendo in maniera indotta di far conoscere le nostre cantine, le nostre aziende agricole e il piacere di passeggiare per i centri storici come quello di Locorotondo, che è meraviglioso perché è ancora abitato dai Locorotondesi, che si cucinano il ragù, e quando entri nelle viuzze la domenica, senti il profumo delle polpette, trovi la signora che fa l’uncinetto…questo modo di essere ha fatto impazzire gli americani, i nord europei senza parlare delle masserie in tutta la campagna dove si fa il pane.

La proprietà è molto frammentata ci sono 18.000 ettari vitati e il 70% della popolazione di Locorotondo, noi siamo 13.000 abitanti, vive in campagna. Nel centro urbano viviamo in pochissimi. Passeggiando nella campagna di Locorotondo a ogni cento metri trovi una casa, trovi un trullo, trovi una masseria, questa è una cosa che non c’è più da nessuna parte!”

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Susanna Basile
Susanna Basilehttp://www.susannabasile.it
Susanna Basile Capo Redattore Psicologa e sessuologa
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