Il Rinascimento è stato ideato da una serie di famiglie di origine sacerdotale salite al potere in tante signorie italiane. I Medici a Firenze, gli Este a Ferrara, i Gonzaga a Mantova, gli Sforza a Milano (alleati dei Medici). Da qui cominceremo questa storia sui percorsi iniziatici delle famiglie rinascimentali.
Nel libro, “Anima Mundi. Il fuoco sacro del Rinascimento”, Edizioni Boreali viene puntato il dito contro la reticenza di una certa saggistica contemporanea. Il Rinascimento viene sempre affrontato dal punto di vista storico, oppure da quello artistico: come se fossero compartimenti stagni. L’Anima del Mondo (in Greco Psychè Kósmou, nota anche in Latino come Anima Mundi) è un concetto filosofico usato dai Platonici per indicare la vitalità della natura nella sua totalità, assimilata a un unico organismo vivente. Rappresenta il principio unificante da cui prendono forma i singoli organismi, i quali, pur articolandosi e differenziandosi ognuno secondo le proprie specificità individuali, risultano tuttavia legati tra loro da una tale comune Anima Universale. Il Rinascimento, sotto la spinta di antiche scuole misteriche ed iniziatiche sopravvissute per secoli alle persecuzioni della Chiesa, ha tentato di riconnettere l’umanità con tale Anima Universale. Fu un’azione concertata, per almeno un secolo, da parte di tradizioni – spesso discordi tra loro – che allora unirono le forze. Le premesse erano visibili da qualche decennio. Risale alla metà del ‘300 tutto l’improvviso fiorire rivoluzionario di arte e letteratura, poi anche della musica, insieme alla riscoperta simultanea in tutta Europa della filosofia platonica e alla traduzione di testi antichi, dal greco al latino e poi dal latino al volgare. In realtà esisteva un intero mondo – culturale, filosofico, religioso, spirituale – che la Chiesa aveva combattuto nel IV e V Secolo dopo Cristo e che ufficialmente aveva sconfitto. Un mondo con il quale, però, il Vaticano era sceso tacitamente a patti. Impensabile, del resto, che tradizioni millenarie avessero chiuso i battenti da un giorno all’altro, dopo l’editto con cui Teodosio imponeva la conversione forzata al Cristianesimo in un impero dove il 90% dei cittadini era ancora legato alle religioni antiche. La Chiesa aveva fretta di potersi presentarsi come l’istituzione che aveva sconfitto il paganesimo, perché poi doveva dedicarsi al contrasto delle proprie eresie interne per affermare il suo potere politico.
Patti sotterranei, dunque: continuate pure a celebrare i vostri riti – stabilirono – purché non vi facciate vedere. Così, tradizioni pluri-millenarie entrarono in clandestinità. Daniele Patrizia Taormina analizza la figura di Plutarco di Atene, filosofo fondatore dell’Accademia Neoplatonica ateniese proprio nel 380, l’anno del fatidico Editto di Tessalonica.