Abbandonando il Partito socialista di Filippo Turati e l’ala massimalista di Giacinto Menotti Serrati, un gruppo di dirigenti guidati da Antonio Gramsci, Umberto Terracini e Amadeo Bordiga dà vita a Livorno al Partito comunista d’Italia. La formazione politica diverrà Pci nel giugno del 1943 e, nel gennaio 1991, Pds, Partito democratico della Sinistra.
Il nome di Partito Comunista d’Italia (PCd’I), di fatto una sezione italiana dell’Internazionale Comunista, in seguito alla rivoluzione d’ottobre, al biennio rosso e alla separazione dell’ala di sinistra del Partito Socialista Italiano.
Il PCI clamorosamente ebbe il suo massimo consenso alle elezioni politiche del 1976 e alle elezioni europee del 1984 divenne il primo partito italiano (effetto Berlinguer). Con la caduta del muro di Berlino e il crollo dei Paesi comunisti tra il 1989 e il 1991, il partito si sciolse su iniziativa del segretario Achille Occhetto.