La chiesa di San Michele Arcangelo ai Minoriti si trova in via Etnea, nel quartiere di Quattro Canti detto Piano della Sigona. È stata disegnata dall’architetto Sebastiano Ittar, ma realizzata dall’architetto Francesco Battaglia; sulla facciata della chiesa troviamo due ordini con colonne in stile barocco siciliano prospettanti via Etnea e agli estremi delle balaustre del secondo ordine sono collocate: a sinistra la statua raffigurante il Beato Bartolomeo Simorilli, il primo prevosto della chiesa, di cui si conservano le reliquie all’interno della chiesa e a destra la statua di San Francesco Caracciolo, mutilata da una bomba durante la seconda guerra mondiale. Era annesso alla chiesa il convento dei Minoriti attiguo, che oggi è occupato dalla Prefettura della Repubblica. I Chierici Regolari Minori o Minoriti detti Caracciolini da S. Francesco Caracciolo arrivarono a Catania nel 1625 su invito del vescovo Innocenzo Massimo. Furono ospitati nell’originale struttura che poi divenne la Casa degli Orfanelli. Fu poi loro assegnata la chiesa dedicata a San Michele Minore, la quale sorgeva sulla via Stesicorea nome antico della via Etnea. Il promotore della ricostruzione dopo il terremoto del 1693 fu il padre superiore Bartolomeo Asmondo, il quale fece ricostruire annesso alla chiesa un convento con chiostro, attorno ad un giardino preesistente. Si previde la struttura su due piani e il pianterreno venne riservato ad alcune botteghe. Infatti spesso oggi si tengono fiere dell’artigianato artistico e non è un caso. La chiesa dei Minoriti a Catania: chiesa imponente, convento, annesso, c’era pure un giardino…la domanda dell’osservatore turista, in questo caso anche di noi catanesi che vediamo per la prima volta la nostra città con occhi nuovi: com’è possibile che una chiesa di queste dimensioni con annesso convento e giardino sia impossibile da vedere in tutta la possenza e prospettiva? E questa domanda ve la lasciamo in sospeso promettendo di approfondirla sul nostro nuovo magazine “Le culture”.
Ora parliamo un poco di S. Michele Arcangelo a cui è dedicata la chiesa. Michele è citato nella Bibbia ebraica, nel Libro di Daniele, come primo dei principi e custode del popolo di Israele. Il nome di Michele deriva dall’espressione Mi-ka-El che viene tradotto “chi è come Dio?”. L’arcangelo Michele si ricorda perché ha difeso la fede in Dio contro le legioni di Lucifero. Michele, era il comandante delle milizie celesti, all’inizio accanto a Lucifero rappresentante la coppia angelica, si separa poi dallo stesso e dagli angeli che operano la scissione da Dio, rimanendo invece fedele a Lui, mentre Lucifero e la sua legione precipita negli Inferi. L’arcangelo Michele è rappresentato in forma di guerriero che porta una spada. Ma in molte immagini Michele tiene spesso tra le mani una bilancia, come simbolo di equilibrio che regge il sistema solare e quello del sistema interiore dell’uomo. Un altro suo attributo che condivide con S. Giorgio, ma questa è un’altra storia, è il Drago, su cui riesce a trionfare senza mai ucciderlo in maniera definitiva. Il drago è definito come simbolo del male che dev’essere soggiogato ma mai eliminato completamente, perché è funzionale all’evoluzione dell’essere umano. Per ulteriori ed illuminanti particolari vi aspettiamo sul nostro nuovo magazine “Le culture”.