Anche per alcune cartelle esattoriali riferite a contributi INPS non pagati, è già operativo il Decreto Legge n. 119/2018 recante “Disposizioni urgenti in materia fiscale e finanziaria”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 247 del 23 ottobre 2018 e convertito nella Legge 136/2018.
La legge prevede l’annullamento dei ruoli e delle cartelle relative al periodo 1 gennaio 2000 – 31 dicembre 2010 con importo residuo fino a 1.000,00 euro. L’applicazione della legge ha prodotto dalla sua entrata in vigore la cessazione del giudizio davanti al Giudice competente, ove questi abbia riscontrato l’avvenuto annullamento ex lege delle cartelle esattoriali, per venir meno dell’interesse ad agire del contribuente e la dichiarazione di compensazione delle spese di giudizio fra le parti.
Tuttavia la cancellazione automatica delle cartelle nel periodo compreso nel periodo 1 gennaio 2000-31 dicembre 2010 è ad oggi sospesa per i debiti INPS, in quanto l’Istituto ha interpellato il Ministero del Lavoro richiedendo chiarimenti in materia.
Il nodo della questione, tutt’altro che secondaria, che ha comportato per i contributi INPS la sospensione dell’applicazione della Legge 136/2018, riguarda la modalità di calcolo del limite dei mille euro.
Secondo L’INPS nella soglia dei mille euro entro cui si beneficia della cancellazione automatica del debito contributivo bisogna considerare anche le sanzioni civili maturate dopo la consegna dei carichi all’esattore sino al 24 ottobre 2018, data di entrata in vigore del decreto legge, poi convertito in legge.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze con la Nota 722/2019 ritiene invece che la soglia dei mille euro debba essere intesa esclusivamente con riguardo al valore del debito affidato originariamente all’esattore.
La seconda interpretazione, che considera il debito al netto delle sanzioni, rischia di condurre alla cancellazione automatica di una serie innumerevole di contributi non pagati, ricadenti entro la soglia dei mille euro e rischia così di mandare in rosso i conti INPS.
Considerando che lo stralcio potrebbe riguardare in molti casi anche debiti relativi a contributi non pagati dalle aziende nei confronti dei propri dipendenti, l’INPS si troverebbe a dover fare i conti con un ammanco di entrate e conseguente aumento considerevole del debito contributivo .
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