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Trapianti: Schifani, ‘aumentati del 25% in Sicilia, ridotte liste d’attesa

Istituto celebra importante traguardo raggiunto a Palermo in 25 anni di attività. La testimonianza di uno dei tremila pazienti trattati dal Centro di eccellenza a Palermo

“Il confronto dell’attività di procurement tra il 2022 e 2023 registra un aumento delle segnalazioni di potenziali donatori del 20%, con un aumento dei donatori procurati ed effettivi del 25% e un aumento dei trapianti del 25%, con riduzione delle liste d’attesa regionali e dei tempi di attesa del trapianto”. Così il governatore siciliano, Renato Schifani, intervenendo a Ismett, a Palermo, in occasione dell’incontro, nella sede dell’Ismett, per celebrare il traguardo dei 3mila trapianti eseguiti dall’Istituto in 25 anni. Il governatore ha sottolineato l’incremento delle donazioni a cuore fermo (Dcd), spiegando come “la nostra sia una delle sei regioni autorizzata dal ministero per questa attività. Per questa tipologia di procurement altamente complessa che richiede un expertise evoluta siamo passati dall’unica svolta nel 2022 alle cinque del 2023, con un trend in aumento come peraltro avviene nelle regioni italiane più virtuose.

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“Ancora più forte” per Schifani “il segnale dell’analisi del confronto dell’attività di procurement del primo bimestre del 2022, 2023 e 2024. Infatti nei primi due mesi del 2023 si registrava già un aumento del procurement rispetto al corrispondente periodo del 2022, ma nei primi due mesi del 2024 abbiamo rilevato un ulteriore incremento sia delle segnalazioni di potenziali donatori che dei donatori effettivi del 40%, con un numero doppio di trapianti effettuati rispetto al corrispondente periodo del 2023”.

 

E’ una bimba di palermitana di otto anni affetta da Deficit Citrullinemia tipo I, una malattia rara che può in forma grave causare insufficienza epatica, la paziente trapiantata numero 3mila di Ismett, che oggi a Palermo celebra l’importante traguardo, raggiunto in 25 anni di attività. Nel centro, nato nel capoluogo siciliano grazie alla partnership internazionale fra Regione siciliana e il centro medico dell’Università di Pittsburgh (Upmc, University of Pittsburgh Medical Center), da luglio 1999 sono stati eseguiti 2400 trapianti da donatore cadavere e 600 da donatore vivente. Di questi i trapianti pediatrici sono stati 342. “Un traguardo, frutto del lavoro di una rete di medici, operatori e professionisti della sanità siciliana, reso possibile soprattutto grazie ai donatori e alle loro famiglie”, ha detto Angelo Luca, direttore Irccs Ismett -. Un risultato frutto di una catena di solidarietà e di tecniche innovative. Un’impresa collettiva di solidarietà che oggi dà speranza a miglia di pazienti e di loro famiglie”.

Con il 10% dei pazienti provenienti da altre regioni italiane per eseguire un trapianto e il 5% proveniente da altre nazioni, Ismett continua a essere un centro di riferimento nazionale e internazionale. In 25 anni, Ismett ha trasformato la vita di innumerevoli pazienti, mettendo fine ai ‘viaggi della speranza’, eseguendo 1.628 trapianti di fegato, 854 di rene, 222 di polmone, 234 di cuore, 5 di pancreas e 57 trapianti combinati. Il programma di trapianto di polmone di Ismett è stato riconosciuto dal Centro nazionale trapianti come quello con la migliore curva di sopravvivenza in Italia per la sua eccellenza e per la gestione dei casi più complessi, come i trapianti doppi (84%), i trapianti in emergenza (14%) e i trapianti combinati (2 polmone-fegato).

 

 

Il “miracolo” è arrivato nel 2006 quando anche la speranza lo aveva ormai abbandonato. “Non aspettavo altro che una dolce morte”, racconta Gino Vespa visibilmente commosso davanti a medici, addetti ai lavori e giornalisti all’Ismett di Palermo. Lui è uno dei tremila pazienti trattati nell’Istituto mediterraneo per i trapianti nei 25 anni di attività. Nel capoluogo siciliano Gino era arrivato da Verona, dopo un ‘pellegrinaggio’ tra ospedali durato anni. La fibrosi cistica da cui era affetto gli aveva tolto tutto. “Le mie condizioni di salute erano terribili, quando anche l’ossigeno giorno e notte non bastava più mi ero rassegnato: aspettavo solo la morte”. Nel 2000 per Gino arriva un’altra tegola, che sembra non lasciargli più alcuna via d’uscita. “Ho scoperto di essere sieropositivo e allora era una condizione che precludeva la possibilità di essere sottoposti a un trapianto”.

“Quando ormai non davo più un soldo alla mia vita – ha raccontato Gino – l’Ismett ha fatto il miracolo ed è diventata la mia casa. E’ stato allora che ho scoperto come lo Stato non avesse abbandonato una persona ormai rassegnata a morire”. A cambiare la vita di Gino è stata una telefonata. “Il 20 maggio del 2007 ricevetti la tanto attesa chiamata, in cui mi si diceva che un organo era disponibile”. Anche per lui c’era adesso una speranza. “Quando mi svegliai dopo l’operazione all’Ismett il dottore mi disse: ‘E’ andato tutto bene’. Un’emozione incredibile, che non riesco a descrivere. Una persona che non poteva più camminare né mangiare, improvvisamente rinasceva a nuova vita”. Gino è un “paziente controcorrente”, uno di quelli che il viaggio della speranza lo ha affrontato al contrario, dal Nord a Sud Italia. “Vengo da fuori regione e rappresento il primo caso al mondo di trapianto di polmoni in un soggetto affetto da Hiv”, conclude Gino che lancia un appello alla politica: “L’Ismett è un gioiello ed è una responsabilità di tutti fare in modo che possa continuare a esserlo”.

 

 

 

 

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