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Trentennale delle Stragi del ’92, cultura e arte per sconfiggere la mafia

Trentennale delle Stragi del ’92, cultura e arte per sconfiggere la mafia

PALERMO (ITALPRESS) – L’importanza della memoria, del ricordo e l’obiettivo di raccontare quanto accaduto ai giovani per far sì che non accadano mai più vicende del genere. Questo l’obiettivo che si sono posti ANM Palermo, Teatro Massimo di Palermo, Fondazione Vittorio Occorsio e Fondazione Progetto Legalità nell’organizzare una giornata particolare di riflessione nell’anno di commemorazione del trentennale delle stragi mafiose del 1992, in cui morirono Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, Paolo Borsellino, e le loro scorte.
“Credo ci sia stato un grande cambiamento da trent’anni ad oggi nella società siciliana. Dopo le stragi del 1992 si è verificata una reazione collettiva che ha cambiato definitivamente il rapporto tra la criminalità organizzata e la società civile”, ha affermato il presidente del tribunale di Palermo, Antonio Balsamo.
“Da quel momento la criminalità è stata percepita come un corpo estraneo e non più come una componente strutturale della società siciliana – ha aggiunto Balsamo -. La reazione di quel periodo deve guidare il nostro futuro, deve esser un punto di non ritorno. Nessun passo indietro è possibile sotto questo profilo. Un importante passaggio, a mio avviso, sia stato rappresentato dall’approvazione di una nuova normativa sull’ergastolo ostativo, non possiamo consentire che persone che hanno voluto una strategia di attacco allo Stato, che non hanno manifestato nel periodo successivo la benchè minima forma di rispetto nei confronti delle vittime, tornino a dominare indisturbate nei luoghi dove esercitavano un fortissimo controllo del territorio. Palermo ha avuto una storia drammatica attraverso la quale ha costruito una nuova identità che rappresenta un segno di speranza per l’intero paese. Io penso che su questo segno di speranza dobbiamo costruire il nostro futuro”.
L’idea che ha spinto gli organizzatori, quindi, è stata la volontà sensibilizzare le nuove generazioni a tener viva la memoria degli eroi della lotta alla criminalità tramite l’unione, da un lato, del ricordo dei magistrati e della riflessione sulle odierne sfide della lotta all’illegalità; dall’altro, della particolare forza evocativa dell’arte e della bellezza, come risposta alla frattura sociale causata dai grandi attentati mafiosi e terroristici. “Questa iniziativa vuole essere un ponte per il futuro, per le nuove generazioni – ha affermato Clelia Maltese, Presidente ANM Palermo -. Vogliamo diffondere la cultura della legalità, ai giovani, con linguaggi che suscitino in loro, che trent’anni fa non c’erano, emozioni forti”.
Il programma prevede in primo luogo l’intitolazione dell’Aula Bunker ai giudici Falcone e Borsellino, alla presenza del Presidente della Repubblica e con gli interventi di Matteo Frasca (Presidente della Corte di Appello di Palermo), Lia Sava (Procuratore Generale di Palermo), Clelia Maltese (Presidente ANM Palermo), David Ermini (Vicepresidente del CSM) e il Ministro della Giustizia Carlo Nordio. A seguire, sempre nell’Aula Bunker, si svolgerà il convegno “Quando l’arte si fa strumento di legalità”, che affronterà il tema di come le arti (musica, teatro, arti figurative, poesia) e la bellezza possano servire da stimolo alla ricostituzione del patto sociale, rotto dai terribili attentati stragisti.
Il convegno sarà presentato da Antonio Balsamo (Presidente del Tribunale di Palermo) e Maurizio del Lucia (Procuratore della Repubblica di Palermo). Dopo l’introduzione di Giovanni Canzio (Presidente emerito della Corte di Cassazione), interverranno Leonardo Agueci (già Procuratore Aggiunto di Palermo), Dario Olivieri (storico della musica), Marida Dentamaro (Presidente Conservatorio Niccolò Piccinni di Bari), Emauele Arciuli (Pianista), Marco Tutino (Compositore), Alessandra Dino (Prof.ssa di Sociologia della devianza Università di Palermo), Marco Betta (Sovrintendente del Teatro Massimo di Palermo), Davide Camarone (scrittor e giornalista). Coordineranno i lavori Melina Decaro (già vicesegretaria generale della Presidenza della Repubblica, ora segretaria generale della Fondazione Vittorio Occorsio) e Giovanni Salvi (già Procuratore Generale della Corte di Cassazione e Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Vittorio Occorsio). Le conclusioni saranno affidate a Giovanni Melillo (Procuratore Nazionale Antimafia), Luigi Salvato (Procuratore Generale della Corte di Cassazione) e Pietro Curzio (Primo Presidente della Corte di Cassazione). Il convegno sarà anche modo di introdurre gli spettatori alla fase finale della giornata: l’esecuzione, al Teatro Massimo di Palermo, del Requiem per le vittime della mafia, opera di sette compositori contemporanei da tutt’Italia, fra cui Marco Betta e Marco Tutino che ne fu promotore nel ’92, con testo di Vincenzo Consolo.
Il Requiem è stato eseguito per la prima volta nella Cattedrale di Palermo il 27 marzo 1993 e non è stato mai più replicato da allora se non – trent’anni dopo – a Bari, nel Conservatorio Niccolò Piccinni, nel giugno di quest’anno. I destinatari di quest’opera sono principalmente i giovani: parteciperanno, infatti, oltre 1.200 studenti di tutta la Sicilia coinvolti in progetti di legalità, oltre alle autorità civili, religiose e militari della città, a cominciare dal sindaco di Palermo, Roberto Lagalla.
“Abbiamo avuto una risposta straordinaria da parte dei giovani – ha sottolineato Maltese -. Per noi questo è un successo straordinario che forse nemmeno ci aspettavamo”. “E’ un momento di confronto tra arte e giustizia, siamo convinti che l’arte salverà il mondo – ha spiegato Lia Sava, Procuratore Generale di Palermo -. Riteniamo che l’Antimafia 2.0, come ci piace chiamarla, è una testimonianza nei confronti dei giovani: trasmettiamo la legalità attraverso l’arte. Se c’è cultura, arte e bellezze non ci può essere devastazione e morte. Siamo convinti che quando si trasmette ai ragazzi un messaggio di bellezza sarà più facile per loro dire no all’offerta deviante del crimine organizzato. La magistratura ce l’ha sempre messa tutta, i giovani magistrati adesso sono molto attenti e molti di loro hanno vivo e forte l’eco di quei giorni. Ho grande fiducia nella giovane magistratura”.
Arte, conoscenza e cultura promuove anche l’Università: “Il messaggio che vogliamo trasmettere è quello della legalità – ha dichiarato Massimo Midiri, rettore di UniPa -. Dobbiamo trasmettere la legalità ai giovani, col ricordo cn le buone prassi e facendo vedere che le istituzioni si incontrano, parlano e dialogano in un ambiente che non ha nessun rapporto politico o condizionamento. Ma ha come obiettivo di promuovere la cultura e cultura e legalità vanno sempre di pari passo”.
Gli organizzatori intendono ripetere questa giornata ogni anno in una diversa città d’Italia: nel 2023 sarà la volta di Firenze, città che fu teatro nel 1993 della strage di via dei Georgofili. Le autorità cittadine e l’ANM di Firenze saranno presenti alla giornata palermitana per il passaggio di testimone.
foto xd6 Italpress
(ITALPRESS).

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