Nelle ultime 24 ore l’afflusso di feriti al Centro chirurgico per vittime di guerra di EMERGENCY a Kabul è andato stabilizzandosi. L’ospedale ha infatti ricevuto 37 pazienti, di cui solo 5 sono stati ricoverati in quanto in pericolo di vita. Da qualche giorno, infatti, i posti letto sono esauriti e quindi sono stati ristretti i criteri di ammissione a chi presenta gravi traumi e ferite letali.
“La situazione in città sembra migliorata, anche se purtroppo questa mattina ci sono stati di nuovo degli scontri a fuoco all’aeroporto per reprimere la massa di persone che tentava di prendere un aereo per lasciare il Paese. La situazione è molto caotica, ed è difficile capire cosa sia realmente accaduto. Ad ora non abbiamo comunque ricevuto feriti provenienti da lì. Questa notte abbiamo comunque sentito ancora raffiche di kalashnikov nel nostro distretto, ubicato vicino alla cosiddetta Green Zone – il quartiere dove si trova il palazzo presidenziale e le ambasciate,”racconta Alberto Zanin, Coordinatore medico di EMERGENCY a Kabul.
Il minore afflusso di pazienti ha permesso di eliminare i 14 letti aggiuntivi che erano stati posizionati per far fronte all’emergenza, riportando l’ospedale alla capienza normale di 100 posti. Se la situazione non degenererà, EMERGENCY prevede di allargare di nuovo i propri criteri di ammissione nel pomeriggio, aprendo nuovamente al ricovero di tutti quei pazienti che riportano ferite in parte sensibili del corpo.
“Per quanto riguarda il nostro ospedale di Anabah nella valle del Panshir, unico luogo ancora nelle mani del governo in cui i talebani non hanno ancora provato a penetrare,” – conclude Zanin – “dobbiamo purtroppo invece comunicare che le ammissioni per chirurgia di guerra sono in aumento, e stiamo identificando alcune aree da riconvertire per il trattamento dei feriti. Nel Centro chirurgico per vittime di guerra di Lashkar-Gah invece fortunatamente la situazione sembra essere tornata relativamente sicura.”
Per quanto riguarda i rapporti con i nuovi responsabili del distretto di Kabul in cui si trova l’ospedale, non ci sono ancora stati contatti ufficiali.
“Il nostro staff locale rimane preoccupato a causa dell’incertezza e dell’instabilità della situazione, ma siamo fiduciosi che anche le nuove autorità ci permetteranno di continuare a lavorare nel Paese, che mai come in questo momento ha bisogno di noi,” conclude Zanin.