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L’uomo invisibile, riflessioni sull’umana miseria

CATANIA- Il pubblico è accolto nei nuovi locali di Spazio Fluido di Teatro Argentum Potabile a piccoli gruppi di venti persone per assistere alla pièce dinamica e interattiva: “L’uomo invisibile”, primo appuntamento della rassegna “Underground Rivers”, diretta Antonella Caldarella e Steve Cable, in replica fino a domenica 20 ottobre.
Uno spettacolo inedito, scritto e diretto da Steve Cable che sulle musiche del figlio Andrea ha dato vita ad una forma di “Teatro Itinerante”, il quale partendo dalle sacre rappresentazioni medievali intese come rito collettivo, dove gli undici attori sulla scena protagonisti di diversi quadri e rimandi accompagnano gli spettatori, diventati parte integrante della rappresentazione, in un viaggio onirico a tratti surreale e grottesco dalle molteplici letture e risvolti psicologici.
Interessante l’idea di dare voce al pubblico presente che anonimamente, attraverso dei bigliettini, a fine spettacolo, ha scritto le proprie emozioni in modo da creare dibattito durante l’ultimo incontro finale, che sarà il 23 ottobre, creato e voluto appositamente per dare voce ai protagonisti di questo viaggio avvolti dal fascino dei racconti intimi e, a volte, trasgressivi dedicati a temi importanti come la condizione dell’uomo e l’assetata voglia di costruire diverse realtà distruggendo il vecchio per dare spazio al nuovo.

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Una messa in scena sicuramente innovativa e rivoluzionaria per la nostra città che rifacendosi al teatro di Grotowski, dove il rapporto dell’attore con il pubblico in scena è al primo posto annullando tutti gli orpelli artificiali come costumi o effetti speciali particolari, tra lucide follie e razionali constatazioni su ciò che siamo stati, siamo e potremo diventare suscita, inevitabilmente tra i presenti, forti emozioni per l’intensità interpretativa del cast artistico composto da Clara Baudo, Giulio Belvedere, Andrea Cable, Nicoletta Cancelliere, Marta Chiarello, Alessandra Cosentino, Carlotta La Mela, Carlotta Minissale, Giuditta Nicosia, Simona Nicotra e Maria Riela e spinge alla riflessione sul nostro presente sempre più qualunquista ed anonimo.
Un testo e una rappresentazione, sicuramente da vedere, che stuzzica e sollecita la mente umana sul passaggio dei tempi moderni che annullano la singolarità dell’individuo a favore di una sterile omologazione di massa capace di esprimere il malessere dei nostri tempi pieno di errori e banalità.

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