AUGUSTA (SR) – Dal 25 al 28 giugno 2019 i Palombari del Gruppo Operativo Subacquei (GOS) del Comando Subacquei ed Incursori della Marina Militare (Comsubin), distaccati presso il Nucleo SDAI (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi) di Augusta, hanno condotto una delicata operazione subacquea nelle acque dell’isola di Pantelleria attraverso la quale sono stati neutralizzati 23 pericolosi ordigni esplosivi.
L’intervento d’urgenza del Nucleo SDAI è stato richiesto dalla Prefettura di Trapani a seguito di una segnalazione effettuata da un apneista sportivo al locale Ufficio Circondariale Marittimo, circa il rinvenimento di un grande manufatto riconducibile ad un probabile ordigno esplosivo.
Gli operatori del GOS, giunti sull’isola il 25 giugno, hanno condotto una dettagliata ricerca subacquea nell’area segnalata, posta a soli 300 metri dall’imboccatura del porto ed ad una profondità di 15 metri, che ha permesso di individuare una bomba d’aereo americana da 1.000 libbre, nonché 21 proiettili di medio calibro e 2 di grosso calibro.
Tutti gli ordigni sono stati rimossi dal fondo e sono stati trasportati in una zona di sicurezza, individuata dalla locale Autorità Marittima, dove i Palombari di Comsubin li hanno neutralizzati attraverso le consolidate procedute in uso al Gruppo Operativo Subacquei tese a preservare l’ecosistema marino.
Al termine dell’operazione, il comandante del Nucleo S.D.A.I. di Augusta, Tenente di Vascello Marco Presti, ha dichiarato: “Sulla base della richiesta della Prefettura di Trapani siamo intervenuti per verificare quanto segnalato da un cittadino circa la presenza di un probabile grande ordigno esplosivo che si trovava vicino all’imboccatura del porto di Pantelleria. Grazie a questa tempestiva segnalazione abbiamo avuto la possibilità di rimuovere una bomba d’aereo da 1.000 libbre e 23 proiettili di medio e grosso calibro, tutti risalenti alla seconda guerra mondiale, e di ripristinare così la navigazione e la balneazione in quell’area. In occasione della stagione balneare voglio ricordare a chiunque dovesse imbattersi in oggetti simili, che questi manufatti possono essere molto pericolosi e pertanto non devono essere toccati o manomessi in alcun modo, ma ne va denunciato immediatamente il ritrovamento alla locale Capitaneria di Porto o alla più vicina stazione dei Carabinieri, così da consentire l’intervento dei Palombari di Comsubin al fine di rispristinare le condizioni di sicurezza del nostro mare”.
APPROFONDIMENTI:
Questi interventi rappresentano una delle tante attività che i Reparti Subacquei della Marina conducono a salvaguardia della pubblica incolumità anche nelle acque interne, come ribadito dal Decreto del Ministero della Difesa del 28 febbraio 2017, svolgendo operazioni subacquee ad alto rischio volte a ripristinare le condizioni di sicurezza della balneabilità e della navigazione a favore della collettività.
Chiunque dovesse imbattersi in oggetti con forme simili a quelle di un ordigno esplosivo o parti di esso, non deve in alcun modo toccarli o manometterli, denunciandone il ritrovamento, il prima possibile, alle autorità di polizia competenti.
Lo scorso anno i Palombari della Marina Militare hanno recuperato e bonificato oltre 44.000 ordigni esplosivi di origine bellica, mentre dal 1° gennaio 2019 sono già 18.806 i manufatti esplosivi rinvenuti e neutralizzati nei mari, fiumi e laghi italiani, senza contare i 12.961 proiettili di calibro inferiore ai 12,7 mm.
Con una storia di 170 anni alle spalle, i Palombari del Comsubin rappresentano l’eccellenza nazionale nell’ambito delle attività subacquee essendo in grado di condurre immersioni lavorative fino a 1.500 metri di profondità ed in qualsiasi scenario operativo, nell’ambito dei propri compiti d’istituto (soccorso agli equipaggi dei sommergibili in difficoltà e la neutralizzazione degli ordigni esplosivi rinvenuti in contesti marittimi) ed a favore della collettività.
Per queste peculiarità gli operatori subacquei delle altre Forze Armate e Corpi Armati dello Stato possono essere formarti esclusivamente dal Gruppo Scuole di COMSUBIN che, attraverso dedicati percorsi formativi, li abilita a condurre immersioni in basso fondale secondo le rispettive competenze.
I cacciamine della Marina Militare, inquadrati nella Squadra Navale sotto il Comando delle Forze di Contromisure Mine, sono unità dotate di sistemi ad elevato tasso tecnologico impiegate per la ricerca subacquea e la rimozione dai fondali di ordigni bellici, nonché per l’individuazione e messa in sicurezza di relitti e beni archeologici sommersi. Tali attività sono finalizzate a garantire il libero accesso ai porti e mantenere aperte le vie di comunicazione marittime assicurando il libero transito delle Unità mercantili e la sicurezza della navigazione contribuendo in maniera sostanziale all’incolumità di quanti dal mare e sul mare operano quotidianamente e traggono il frutto del proprio lavoro.