Roma, 6 dic. – “E’ un ponte lungo ma abbiamo avuto meno prenotazioni di quelle che ci si aspettava. Siamo al di sotto del 30-40% rispetto al ponte del 1 novembre che è andato molto bene, dove abbiamo avuto quasi il sold out, mentre per questo ponte dell’8 dicembre abbiamo un tasso di occupazione delle camere negli alberghi tra il 50 e il 60%”. Ad affermarlo all’Adnkronos è Nicola Scolamacchia, vice presidente vicario di Assohotel-Confesercenti, interpellato sull’andamento del turismo alberghiero in questi giorni. Le prenotazioni erano attese soprattutto nelle città d’arte ma a influire è anche il fatto che “nelle principali città come Roma, Milano, Venezia – spiega – tanti alberghi non hanno più riaperto: a Roma ad esempio circa 300 alberghi sono chiusi e questo equivale a un – 25% di capacità ricettiva”. A pesare è “l’incertezza per la variazione di norme legate al green pass negli alberghi, visto che nonera richiesto fino al 6 dicembre” aggiunge. Ed inoltre, non aiutano lenotizie sull’aumento dei contagi e sulla variante omicron”. All’inizioè stato fatto un “certo terrorismo mediatico sulla variante omicron come fosse pericolosissima e devastante. E questo ha determinato “una frenata delle prenotazioni nel momento in cui sono uscite notizie allarmistiche che poi dopo qualche giorno sono state ridimensionate”.
Purtroppo riferisce Scolamacchia “anche il turismo d’affari e congressuale, tutti i meeting aziendali sta risentendo molto della situazione, non è mai ripreso come a livelli pre pandemici”. Il ponte dell’Immacolata tra l’altro, per Scolamacchia rappresenta “un’occasione persa” perché non è stato autorizzato per le scuole. Siamo fiduciosi su Natale e Capodanno, laddove molte destinazioni nelle città ma anche al mare hanno in programma eventi che stanno provando a mantenere. Può essere una boccata di ossigeno per gli alberghi, certo siamo in apnea ma magari ogni tanto si riesce a tornare a galla e respirare”.
Il governo adotti un criterio selettivo per aiutare le tante strutture ricettive che continuano a stare in difficoltà. E’ la richiesta di Assohotel-Confesercenti. “Chiediamo un minimo di aiuto su casi specifici legati al calo di fatturato, alla utilizzo della cig e al calo dell’occupazione delle camere” spiega il vicepresidente vicario Nicola Scolamacchia evidenziando come in molte città d’arte, ad esempio, come Roma , Firenze, Venezia, molti alberghi, a causa del covid, non hanno più riaperto.
(Labitalia)