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Le Vie dei Tesori chiude il primo weekend a Palermo, Catania e nel Ragusano con quasi 50 mila visitatori

È il festival più amato della Sicilia. E dopo una prima tranche entusiasmante – quasi 80 mila visitatori nelle prime dieci città siciliane – , ecco Le Vie dei Tesori al suo secondo capitolo: e i numeri sono fantastici. Quasi 50 mila visitatori scelgono di muoversi tra Palermo, Catania e le tre città del Ragusano. E di questi, 37 mila hanno visitato i 160 luoghi di Palermo, in cinquemila hanno scelto i 50 siti di Catania e altri 7500 hanno camminato per le stradine scoscese di Ragusa Ibla, sono salite a Modica e scelto il barocco di Scicli. Tre giornate di visite, con cittadini e tantissimi turisti spalmati dal centro storico alle borgate in periferia. Un primo weekend che si è srotolato anche tra luoghi visitabili solo su prenotazione – e in tanti erano esauriti – la novità delle “esperienze” a Palermo e Catania, tra voli in Piper o camminamenti segreti delle monache; le visite teatralizzate e il primo concerto di chitarra, che hanno registrato il sold out nel capoluogo che li ha accolti in cripte nascoste ed oratori barocchi.
“Ringraziamo tutti i partner pubblici e privati che ogni anno rinnovano con noi questa sfida – dice Laura Anello, presidente dell’Associazione Le Vie dei Tesori – . E ringraziamo i visitatori che ci seguono ogni anno sempre più numerosi: i cittadini desiderosi di stringersi ancora una volta intorno ai loro luoghi, i turisti ed escursionisti felici di trovare una città tutta aperta e raccontata. Un grazie speciale infine ai nostri ragazzi: staff, collaboratori, tirocinanti universitari, volontari, studenti in alternanza scuola-lavoro che sono il volto del nostro Festival”.

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E veniamo alle singole città: Palermo è come sempre una sicurezza e il festival cresce ogni anno di più. La performance è dunque migliore dell’edizione 2018. Quasi 37 mila visitatori hanno scelto a tappeto i 160 luoghi della città, le visite guidate con lo storytelling proprio del festival, ma anche le visite teatralizzate e il primo concerto del chitarrista Giulio Tampalini. Grande successo delle passeggiate sia quelle cittadine che quelle naturalistiche; in cima quelle sulle tracce dei Beati Paoli e nei luoghi del Gattopardo, oltre al tour sul tram alla ricerca di Palermo inizio secolo, che probabilmente verranno replicate all’interno dei prossimi quattro weekend. Il luogo più amato a Palermo – oltre mille visitatori – è la chiesa di Santa Caterina, con il suo trionfo di stucchi di Procopio Serpotta e gli splendidi marmi mischi; ma è molto interessante notare che il secondo sito scelto è il monastero di clausura annesso alla Chiesa, con l’oratorio, la sala della Priora, la grande Sacrestia, il refettorio e il “comunichino”, l’ex chiesa di san Matteo e la sala Capitolare, complesso visitato da quasi mille persone. Terzo – ma una performance straordinaria visto che era aperto soltanto per poche ore solo due giorni – è stato il Teatro Massimo che ha permesso agli spettatori di entrare nel famoso enorme retropalco, per carpire i segreti di macchinisti e scenografi. Sarà possibile ritornarci soltanto nel terzo weekend del festival. Tra i 160 luoghi che sono stati narrati dal plotone di volontari e studenti, qualche chicca: i visitatori amano i bunker e le storie legate alla Seconda Guerra Mondiale. E’ una certezza, visto che sia il rifugio antiaereo sotto Palazzo delle Aquile che quello, novità di quest’anno, sotto la Biblioteca Bombace, hanno ottenuto numeri molto alti, quasi 900 visitatori il primo e 500 il secondo. E in tanti hanno scelto di raggiungere l’aeroporto di Boccadifalco che ha non solo permesso di scendere nei suoi due bunker, ma ha aperto anche la torre di controllo, che si raggiunge con un trenino.

 

All’ingresso, i ragazzi del Nautico Gioeni stanno completando il murales che sarà visibile il prossimo weekend. Bellissimo risultato raggiunto anche da due new entry: il complesso Malaspina che ha messo in mostra per la prima volta la sala con l’affresco appena ritrovato (oltre 300 visitatori) e la chiesa Evangelica Valdese (oltre 200), mentre alla Questura le visite sono state condotte dalle stesse Forse dell’Ordine E questo primo fine settimana ha visto anche la presenza dei siti e musei regionali dove Le Vie dei Tesori ha condotto visite guidate molto seguite, che hanno trascinato i siti aperti gratuitamente: il podio è toccato al castello della Zisa con oltre 500 visitatori, ottime performance anche da Palazzo Mirto e dal Museo archeologico Salinas dove una delle visite è stata condotta dalla stessa direttrice Caterina Greco. Sono piaciute molto anche le allieve del Maria Adelaide, che hanno raccontato la storia dell’educandato ottocentesco. Sono andati benissimo gli eventi: sold out il concerto di chitarra del virtuoso bresciano Giulio Tampalini all’oratorio di San Mercurio – che ha scambiato opinioni con il pubblico, esaudendo richieste nei bis –, molto apprezzate le visite teatralizzate che Pietro Massaro e Stefania Blandeburgo: un gruppo di turisti emiliani si è addirittura commosso, nonostante la difficoltà del testo in dialetto, all’ascolto della storia della cortigiana costretta sin da bambina a vendersi, proposta proprio nella cripta delle Repentite, cioè le prostitute convertite alla vita monastica. E il pubblico la sera ha apprezzato le apertura in notturna degli “studi”, molto frequentati da appassionati e curiosi di vedere come un artista si muove in un ambiente che spesso si è costruito a sua immagine e somiglianza.

A Catania hanno vinto i palazzi, dove ognuno può sentirsi anche per pochi minuti, un nobile signore. Ed

ecco quindi che moltissimi dei 5000 visitatori della città sbozzata nella lava, hanno fatto la fila per visitare Palazzo Manganelli, sontuoso e barocco, che apriva le porte per la prima volta, quindi inedito anche per molti catanesi. E’ stato il luogo più visitato, tallonato strettamente da Palazzo Biscari, con i saloni affrescati e i mobili d’epoca. Il terzo sito più visitato a Catania è stato San Nicolò l’Arena, la chiesa più grande dell’isola con la lunga scala a chiocciola di 141 gradini che conduce alla terrazza da dove lo sguardo arriva a Siracusa. Quinto sito più visto, dopo Villa Manganelli (l’unica residenza catanese disegnata da Ernesto Basile) di nuovo un palazzo: Asmundo di Gisira, elegante e raffinato, trasformato in un hotel di charme.

Il Ragusano è una certezza. Già l’anno scorso i numeri erano stati ottimi, e si trattava di settembre. Ora Ragusa, Modica e Scicli hanno tentato il rilancio autunnale mettendo sul piatto molti luoghi inediti. Rilancio perfettamente riuscito: le tre città insieme raggiungono il bellissimo numero di 7500 visitatori: in 3500 hanno scelto il capoluogo dove il luogo più visitato è stato il Circolo di conversazione, il raduno dei nobili signori del luogo, seguito dal bellissimo palazzo Arezzo di Trifiletti e da quel gioiello minuscolo e delizioso che è il Teatro di Donnafugata. Scicli a sorpresa supera Modica con i suoi 2500 visitatori che, come già l’anno scorso, non hanno voluto perdere l’occasione di visitare i set della fiction del Commissario Montalbano (e quindi il Municipio dove è ricostruita la stanza del Questore), accanto al sontuoso Palazzo Spadaro. Modica mette comunque insieme il bel numero di 1500 visitatori che hanno voluto salire in vetta al Castello dei Conti per poi perdersi nell’elegante Palazzo castro Grimaldi.

E il prossimo fine settimana si replica, e così ancora per altri quattro weekend fino al 3 novembre.

Le foto dei siti de Le Vie dei Tesori sono state realizzate da @Igor Petyx

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