CATANIA – Venerdì scorso, 26 luglio alle 10, nell’auditorium Giancarlo De Carlo del dipartimento di Scienze umanistiche si sono presentati all’opinione pubblica i 5 candidati a Rettore dell’Università degli studi di Catania. Cinque volti, cinque facce e per grandi lineee cinque piani programmatici per il sesennio 2019-25. Unanime e forte da parte dei contendenti il grido “d’orgoglio d’Ateneo”. Erge, a primaria necessità, la voglia condivisa di ricostruire un’immagine forte e pulita dell’Università di Catania, in questo tutti e cinque i Professori sono concordi. E ancora, in vista dell’accreditamento Anvur, iter partito nel 2018 e che si dovrebbe concludere entro il prossimo 2020, un’esortazione a “facere de necessitate virtutem” (ndr) per non rimanere schiacciati da un’onta che comunque non riguarda tutti e che comunque è ancora da dimostrare e nella maniera più “celere possibile”, così come è stato detto in aula. Il decano dei professori ordinari dell’Università di Catania, prof. Vincenzo Di Cataldo, presenta i cinque candidati e li esorta alla dissertazione.
Il primo a parlare è il prof. Salvatore Barbagallo, 63 anni, ordinario di Idraulica agraria e sistemazioni idraulico-forestali del dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania, ha ricoperto il ruolo di preside della facoltà di Agraria (2002-2008), di presidente della Conferenza nazionale dei presidi delle facoltà di Agraria italiane (2006-2008) e di presidente del Corfilac di Ragusa. Di recente ha presieduto il Nucleo di valutazione dell’Ateneo. Il Professore chiosa tutto il suo discorso sulla performance d’Ateneo, in modo da mantenere chi già studia con l’Università e non farli emigrare ad altre sedi universitarie. Una necessità di semplificazione dei fondi destinati ai dipartimenti e la ricerca legata alle prestazioni e agli esiti rispetto ad una pregressa pianificata perfomance di scala d’Ateneo.
Il 2° candidato è il prof. Agatino Cariola, 57 anni, è ordinario di Diritto costituzionale nel dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Catania. Ha svolto attività di ricerca ad Heidelberg, alla Yale Law School, all’Università Complutense di Madrid, all’Università di Graz e alla Corte Suprema di Gerusalemme. Quale avvocato opera nei diversi campi del diritto e davanti tutte le Istituzioni, comprese quelle superiori (Consiglio di Stato, Corte di Cassazione, Corte Costituzionale, Corte di Giustizia dell’unione Europea, Corte Europea dei Diritti dell’uomo). Oltre ad una forte necessità di “un’inchiesta giudiziaria veloce, bisogna mantenere relazioni in una mentalità imprenditoriale” – “tenere e mantenere rapporti con le Università vicine e scovare le risorse così come farebbe un’Università-Azienda”. Ancora si sofferma, il candidato sul cambiamento del personale amministrativo, il quale – afferma Cariola – “dovrebbe specializzarsi nel settore ricerca” – “in modo che l’Università diventi protagonista nel territorio”.
Il 3° candidato, il prof. Vittorio Calabrese, 59 anni, ordinario di Biochimica clinica e Biologia molecolare clinica del dipartimento di Scienze biomediche e biotecnologiche (Biometec) dell’Università di Catania, attualmente ricopre il ruolo di direttore della Scuola di specializzazione in Patologia clinica e Biochimica clinica degli atenei di Catania, Messina e Palermo. È membro del comitato editoriale di diverse riviste scientifiche e coordinatore Euro-Mediterranean-Academy of Antiaging Medicine. Il prof. Calabrese avverte un’esigenza di intervento sul territorio anziché subirlo, in modo da poter ottenere una forza competitiva che possa attrarre risorse. Tre parole chiave per essere competitivi nell’internazionalizzazione, dice: “ricerca, didattica e innovazione”. Inoltre, un bisogno di una rete di ricerca d’Ateneo che possa diventare un “Polo e un motore produttivo basato su investimenti”. Anche il prof. Cariola chiosa sulla necessità di cambiamenti nelle figure del personale Amministrativo.
Il 4° candidato presentato è il prof. Roberto Purrello, 63 anni, ordinario di Chimica nel dipartimento di Scienze chimiche dell’Università di Catania, attualmente ricopre il ruolo di direttore dello stesso dipartimento dal 2014 e di presidente della Scuola Superiore di Catania dal maggio di quest’anno. Dal 2015 è rappresentante dei professori ordinari di Area Scienze chimiche al Consiglio universitario nazionale. Purrello spinge sul concetto di 3a missione, didattica sostenibile e uffici di ricerca che facciano da ponte tra l’Ateneo e Bruxelles. La terza missione diventa importante, dice il Professore – “per un miglioramento del rapporto col territorio, istituzioni statali e/o internazionali, gli enti locali e le economie private”. Inoltre annuncia l’idea di un “Campus cittadino” centrale e storico, rappresentato dal Presidio Ospedaliero “Vittorio Emanuele”.
Il 5° e ultimo candidato, presentato dal decano è il prof. Francesco Priolo, 57 anni, ordinario di Fisica della Materia del dipartimento di Fisica e Astronomia “E. Majorana” dell’Università di Catania, attualmente ricopre il ruolo di direttore dello stesso dipartimento dal novembre 2018. Fondatore e primo direttore del Centro di Ricerca MATIS (nel 2004), è stato presidente della European Materials Research Society (2009-2011) e della Scuola Superiore di Catania (2013-2018). Il prof. Priolo si sofferma sul concetto di “cultura unica” e “spirito di servizio”. Parla di un Ateneo delle competenze e della cultura sostenuto da “best practices”, un miglioramento del CDA con regole chiare, trasparenti e certe. L’istituzione di una commissione di ricerca e didattica d’Ateneo e un fondo interno per lo sviluppo delle aree o dipartimenti penalizzati. “Occorre -dice Purrello- un’Università che discute” e quindi velocizzare molte procedure attraverso politiche di governance condivise.
Sito web: www.francescopriolo.it (unico sito web trovato fact-checking)
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