CATANIA – Fernando Privitera, con uno scatto che immortala la Betula aetnensis Rafin lungo la “Mareneve” con l’Etna in eruzione sullo sfondo, ha conquistato la prima edizione del concorso fotografico a tema botanico “Hortus Siculus”. Un’iniziativa lanciata nell’ottobre scorso dall’Orto Botanico dell’Università di Catania – in occasione del 160° anniversario della fondazione del “giardino scientifico” dell’Ateneo – per promuovere la flora siciliana tra i giovani. Il concorso, infatti, era rivolto ai cittadini maggiori di 16 anni e per partecipare bastava inviare una foto di una pianta spontanea nativa della flora siciliana o di un ambiente naturale o semi-naturale dove sia comunque ben riconoscibile una specie vegetale nativa della flora siciliana.
Al primo classificato è stato assegnato un premio consistente nei quattro volumi dell’opera “Flora d’Italia” di Sandro Pignatti. I migliori 12 scatti – la commissione composta dai docenti Gian Pietro Giusso del Galdo, Carmelo Monaco, Lino Cirrincione e Pietro Minissale con il dott. Sergio Mangiameli ha selezionato quelli di Michele Torrisi, Cristina Blandino, Giuseppe Distefano, Maurizio Cullurà, Francesco Fazio, Dario Azzaro, Giuseppe Pendolino, Diana Finocchiaro, Giuseppe Di Gregorio, Salvatore Cambria, Fernando Privitera, Carmelinda Laudani e Alessandro Tringale – sono stati utilizzati per il calendario 2019 del giardino botanico catanese.
Nei giorni scorsi – in occasione della Giornata Internazionale del Fascino delle Piante – Fascination of Plants Day – si è tenuta la cerimonia di premiazione del contest bandito dall’Ateneo. «La Sicilia è l’isola più grande del Mediterraneo e le sue caratteristiche fisiografiche, geo-pedologiche e climatiche, combinate con la millenaria presenza dell’uomo, rendono il paesaggio siciliano estremamente vario ed articolato con una diversità floristica – oltre tremila specie di piante vascolari – tra le più elevate nell’area e con una ricchezza di specie endemiche che supera di gran lunga tutte le altre regioni italiane – ha spiegato il prof. Gianpietro Giusso Del Galdo, responsabile scientifico dell’Orto Botanico -. Per queste ragioni, inoltre, l’Isola rappresenta un crocevia attraverso cui piante, e non solo, sono potute migrare e, talvolta, dimorarvi per sempre».
L’Orto Botanico di Catania, fondato il 31 luglio del 1858 grazie all’opera del monaco cassinese Francesco Tornabene Roccaforte, si estende su una superficie di 16mila metri quadrati nel “salotto” della città dell’Elefante tra via Etnea e via Antonino Longo. Le prime piante, provenienti da altri orti botanici in particolare di Svezia, Francia e Italia (Napoli e Palermo) furono collocate nel 1862. Nello stesso anno e nel 1864 l’Orto fu visitato dal Principe Umberto di Savoia che, tra l’altro, apprezzò le collezioni di cotoni e tabacchi.
Nel 1865, grazie ad un lascito del catanese Mario Coltraro all’Università, l’Orto fu ampliato e la nuova area venne destinata, come espressamente voluto dal donatore, alla coltivazione di specie della flora spontanea siciliana.
Oggi l’Orto Botanico catanese riveste una particolare importanza come sede di alcune peculiari collezioni, quali le ‘succulente’ (migliaia di esemplari per la maggior parte coltivati all’aperto), le ‘palme’ (40 specie diverse) e le ‘piante spontanee siciliane’ (numerose piante spontanee della flora sicula). Un sito che ogni anno è visitato da migliaia di studenti e visitatori per la funzione educativa, con particolare riguardo alle problematiche di carattere ambientale, e di salvaguardia ex situ delle specie in via di scomparsa.
Orto Botanico, a Fernando Privitera il concorso fotografico “Hortus Siculus”
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