Home Province Catania Unict: ad Antonio Natalello il premio “Michele Stanca”

Unict: ad Antonio Natalello il premio “Michele Stanca”

Il riconoscimento è stato assegnato per la tesi di dottorato sull’impiego del sottoprodotto di melagrana nell’alimentazione dei ruminanti

Di3A Antonio Natalello

L’impiego dello scarto di lavorazione della melagrana nell’alimentazione dei ruminanti ne migliora il profilo acidico della carne degli animali e soprattutto aumenta gli acidi grassi benefici per i consumatori.
Sono solo alcuni risultati della tesi di dottorato – dal titolo “Pomegranate by-products as ruminant feeds: Effects on meat quality” – elaborata da Antonio Natalello (con supervisor i docenti Giuseppe Luciano e Alessandro Priolo), dottorando del Dipartimento di Agricoltura Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania.
Uno studio che ha permesso al dottorando catanese di conquistare il premio “Michele Stanca”, dedicato al genetista e accademico scomparso due anni fa, per la migliore tesi di dottorato per le Produzioni animali. Un premio che viene conferito annualmente dall’Associazione Italiana Società Scientifiche Agrarie in occasione del congresso annuale che si è tenuto all’Università di Bari. A conferire il premio a Antonio Natalello i docenti Massimo Tagliavini, presidente dell’Associazione Italiana Società Scientifiche Agrarie, e Nicolò Pietro Paolo Macciotta, presidente dell’Associazione per la Scienza e le Produzioni Animali”.

 

La ricerca è stata avviata col fine di impiegare la grande quantità di sottoprodotti del melograno vista la crescente domanda e produzione del frutto. In particolar modo è emerso che dalla spremitura della melagrana, per ottenere il succo, si origina un sottoprodotto che contiene le bucce, i semi, le membrane e piccole parti residue di polpa.
«Si tratta di porzioni di frutto particolarmente ricche di composti bioattivi: i semi contengono un’elevata quantità di lipidi, che sono caratterizzati principalmente da acidi linolenici coniugati; le bucce di melagrana invece sono una preziosa fonte di composti fenolici, e in particolare di tannini – spiega il dottorando Antonio Natalello -. Il sottoprodotto di melagrana ha un ottimo valore nutrizionale e potrebbe essere utilizzato nell’alimentazione dei ruminanti. L’effetto del sottoprodotto sulle prestazioni e sulla qualità della carne degli agnelli era al centro della ricerca».
«Per raggiungere questi obiettivi è stato realizzato uno studio in cui gli agnelli sono stati alimentati con un concentrato a base di cereali o con lo stesso concentrato in cui il 20% di orzo e mais sono stati sostituiti dal sottoprodotto della melagrana – spiega -. Dopo il periodo di prova sperimentale, sono state eseguite delle analisi molto approfondite sulle qualità della carne nei laboratori dell’Università di Catania, dell’University Collage Dublino in Irlanda e dell’IGM di Leon in Spagna.

 

I risultati hanno dimostrato che l’utilizzo dello scarto di lavorazione della melagrana ha migliorato il profilo acidico della carne, aumentando gli acidi grassi benefici per l’uomo come l’acido vaccenico, rumenico e i polinsaturi».
«La carne di agnelli, inoltre, aveva una maggiore capacità antiossidante grazie alla più alta concentrazione di vitamina E, migliorando la stabilità ossidativa e di conseguenza la conservabilità della carne che può essere consumata per qualche giorno in più rispetto alla carne convenzionale – conclude il dott. Antonio Natalello -. L’impiego dei sottoprodotti dell’alimentazione animale è una delle strategie utili per aumentare la sostenibilità della filiera zootecnica».

 

 

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