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Unict costruisce un robot che raccoglie e differenzia i rifiuti sulle spiagge

Il prototipo sarà mostrato domani mattina, all’ex Lido Università, nel corso dell’iniziativa di pulizia della spiaggia “Fai la differenza”, promossa dall’Ateneo

CATANIA – Il robot che raccoglie e differenzia autonomamente i rifiuti lasciati sul litorale sarà la ‘star’ della manifestazione “Fai la differenza”, promossa dall’Area della Terza Missione dell’Università di Catania nell’ambito del Festival dello Sviluppo sostenibile 2023.
Domani mattina, a partire dalle 10,30, studenti e docenti dell’ateneo saranno coinvolti in un “waste mob”, un’iniziativa di pulizia della spiaggia e del litorale della Playa e, in particolare, nell’area dell’ex Lido Università (viale Kennedy 27 Catania): ai partecipanti, divisi in squadre, verrà fornita l’attrezzatura necessaria per la raccolta dei rifiuti, chi riuscirà a farlo nel modo più corretto riceverà un premio simbolico.

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“Fuori concorso”, ovviamente, il prototipo del sistema robotico sviluppato dal Dipartimento di Ingegneria Elettrica Elettronica e Informatica dell’Università di Catania all’interno del progetto Interreg Italia-Malta “Bioblu”. Esso potrà infatti muoversi autonomamente sulla spiaggia, raccogliendo i rifiuti con il proprio ‘braccio’, dopo averli localizzati, riconosciuti e classificati, grazie all’uso di tecniche di intelligenza artificiale. «Il metodo innovativo – spiega il prof. Giovanni Muscato, direttore del Dieei e responsabile scientifico del progetto – consiste in un kit ad alta tecnologia e completamente automatico, basato su un processo di deep learning, che riconoscerà i rifiuti da remoto (tramite droni), ne consentirà la raccolta in modo robotizzato e ne faciliterà lo smaltimento in campane compattatrici in modo differenziato».

 

«Grazie all’analisi fisico-biologica dei rifiuti – conclude il docente -, ne viene determinata la provenienza, mediante un sistema integrato di rilevamento delle correnti, e l’impatto che soprattutto le microplastiche hanno sulle faune al fine di valutarne la ricaduta sulla catena alimentare»

 

Al progetto hanno preso parte anche Università di Messina – Dipartimento di Scienze chimiche, biologiche, farmaceutiche e ambientali (ente capofila), Ministero di Gozo – EcoGozoRegional Development Directorate, Comune di Milazzo e Università di Malta – Department of Communications and Computer Engineering.

 

 

 

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